Eolico, Daspo urbano agli attivisti: «Ma non ci faranno tacere»
Atti recapitati a una nonna di Uta e a un nuorese che hanno manifestato per impedire il trasporto delle pale dal porto di Oristano. E ne potrebbero arrivare un’altra decinaUn momento della manifestazione al porto di Oristano (Archivio-Chergia)
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Due sono già stati recapitati, altri (una decina?) potrebbero arrivare nei prossimi giorni. La manifestazione notturna del 13 gennaio per impedire il trasporto di pale eoliche dal porto di Oristano-Santa Giusta, tra le Provinciali 49 e 56, vive una coda inaspettata. Infatti gli attivisti più grintosi, almeno a parole, considerata la natura pacifica del sit-in, sono stati raggiunti dal cosiddetto Daspo urbano.
La vicenda
L’atto è stato recapitato a Rosi Tocco, 60 anni, attivista di Uta. Madre di due ragazze, una di 40 e l’altra di 25 anni, e nonna di due nipotine di 5 e 9 anni. Riconosce di essersi rivolta in particolare verso l’autista del tir che trasportava la pala eolica, in replica a qualche giudizio forse azzardato di quest’ultimo: «Ma non ho paura», dice la donna, che nel novembre scorso, ha fatto parte del drappello tutto femminile che ha occupato il Consiglio regionale contro la legge sulle aree idonee. «La nostra battaglia pacifica contro le rinnovabili non si ferma di certo qui».
Daspo anche per un attivista barbaricino, di cui non è stato diffuso il nome, e ne potrebbero arrivare altri. Erano una trentina le persone a ridosso del tir. Altre venti hanno manifestato nelle strade del porto in maniera altrettanto pacifica, ma con qualche strillo in meno. «Ma questo non impedirà che la nostra battaglia contro l’eolico, il fotovoltaico e l’agrivoltaico prosegua», dice Tocco che, attraverso l’avvocato Michele Zuddas, chiederà di essere sentita in Questura per chiarire la sua posizione.