Pronti al voto, il 25 settembre, poco dopo il ritorno dalle vacanze. Ma prima delle elezioni ci sono le lezioni. E nei programmi delle coalizioni non si parla di scuola. È, in sintesi, la denuncia del Coordinamento Presidenti Consiglio di Circolo e d'Istituto Sardegna.

"Il pensiero ricorrente è ‘creare coalizioni’ e ‘cercare di presentare i nomi più accattivanti’ - si legge in una nota - ma sembra essere scomparsa la parola scuola”. "Tutte le promesse sventolate negli ultimi due anni, forse dovute alla pandemia, magicamente sono passate in ultimo piano per dare risalto a tanti argomenti che attanagliano l'Italia dalla notte dei tempi, e che catturano l'attenzione dell'opinione pubblica, perché parlano alla pancia della gente", attaccano.

Più istruzione, questa la implicita richiesta che arriva dal coordinamento, nei pensieri di chi governerà il Paese. "Forse la parola 'scuola' non porta voti - si legge nella nota - Forse non interessa più investire nel futuro. Forse non interessa il destino di migliaia di studentesse e di studenti. Forse non interessa sapere che la prossima generazione di governanti può arrivare da molti di questi giovani. Forse non interessa, perché centinaia di migliaia di studentesse e di studenti non hanno ancora l'età per esprimere il loro voto".

Conclusione: "È demoralizzante assistere ad una spasmodica ricerca di voti, senza essere lungimiranti ed agire per garantire il futuro dell'intera nazione. La scuola non può essere ricordata solo per essere la sede della sezione elettorale".

(Unioneonline/v.l.)

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