In Campania ha vinto “Turismo BalneAbile”; in Emilia Romagna “C’è una vacanza per me”; in Friuli Venezia Giulia “A-mare il mare”; in Piemonte “Via Francigena for all”; in Sicilia “Tuttinclusi”, e così via.

L’avviso pubblico del Governo per il finanziamento di progetti di turismo accessibile per le persone con disabilità ha riscosso grande successo tra le Regioni e le Province, che adesso usufruiranno delle risorse nazionali per rendere i loro territori più inclusivi e accoglienti, per realizzare infrastrutture e servizi, per organizzare tirocini lavorativi. E la Sardegna? Non ha partecipato. Non è stato presentato nessun programma per attrezzare le nostre spiagge e i nostri luoghi di vacanza, per consentire ai sardi e ai visitatori estivi che, ad esempio, si muovono su una sedia a rotelle, di godere di sole, mare e momenti di libertà. Così, abbiamo perso risorse per 1,2 milioni di euro.

La denuncia La denuncia arriva dall’associazione Sardegna Accessibile di Alfio Uda e Luciana Hatfull: «Quando abbiamo visto l’elenco dei beneficiari del Fondo non volevamo crederci: la Sardegna è l’unica regione assente», spiegano. «Abbiamo pensato a un errore, e abbiamo scritto alla presidenza del Consiglio dei ministri per chiedere spiegazioni. Purtroppo ci hanno dato la conferma: nessuno ha presentato progetti. Dunque, addio a una cifra importante, 1 milione 200mila euro (questo era previsto per le Regioni fino a 3 milioni di abitanti), che ci avrebbero aiutato tantissimo a rendere la nostra terra più accessibile». Alfio Uda, nato a Macomer 55 anni fa, ex promotore finanziario, giocatore di basket e arbitro di calcio, a settembre del 2015 ha avuto un incidente in moto, una macchina gli tagliato la strada, è caduto, ha battuto la testa e si è fratturato due vertebre. Quando, dopo un mese di coma farmacologico al Brotzu, si è svegliato, ha saputo che non avrebbe più potuto camminare sulle sue gambe. In seguito, la vita lo ha sottoposto ad altre dure prove (la sua storia ha avuto la ribalta nazionale) e oggi è un uomo attivissimo, con sempre accanto la sua compagna, Luciana Hatfull, fisioterapista di Alghero che lo ha curato, seguito e sostenuto durante la convalescenza. La battaglia La coppia ha creato l’organizzazione no-profit, una pagina su Facebook seguitissima, si batte per eliminare barriere e ostacoli e per sensibilizzare le istituzioni, e tiene aggiornata la mappa dei lidi dell’Isola (purtroppo pochi) frequentabili da tutti. «Siamo arrabbiati, il fatto che la Regione non abbia presentato progetti a valere sul Fondo disabilità è una gravissima mancanza», proseguono, «sappiamo che c’è stato un rimpallo di responsabilità: l'assessorato al turismo dice che spettava alla Sanità, ma non è questo il punto, la competenza non è dell’uno o dell’altro, ma della Regione nel suo complesso. Sono andato due volte a incontrare Gianni Chessa in assessorato», aggiunge Uda, «e entrambe le volte mi ha “bruciato”. Gli ho lasciato documenti e indicazioni, ma evidentemente non li ha neppure presi in considerazione. Sono amareggiato per questa mancanza di attenzione».

La mappa Rileva “Sardegna accessibile” che «a Cagliari la Cooperativa Golfo degli Angeli ha sette punti al Poetto accessibili e attrezzati, poi c’è Quartu (Chiringuito). Ancora, i disabili trovano “casa” a Pula, in quattro aree, a Solanas, Costa Rei, Muravera. Da ricordare a Sant’Antioco sulla spiaggia Maladroxia, lo stabilimento anche per disabili gravissimi malati di Sla. Complessivamente – avvertono – esistono alcune decine di strutture realmente “accoglienti” in tutta la Sardegna, ma sono una goccia nell’oceano, perché tutte indistintamente dovrebbero esserlo». 

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