Emissioni zero entro il primo gennaio 2030. La data che prevede la totale decarbonizzazione delle abitazioni private, attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica, è prevista dalla direttiva europea case green,  che rientra nel pacchetto di riforme Fit for 55: il cosiddetto Green Deal per contrastare il cambiamento climatico. 

C’è chi la definisce «una follia», chi un’enorme «opportunità». L’Italia ha votato contro all’Ecofin, ma il percorso sembra essere tracciato.

Il provvedimento europeo sulle “prestazioni” degli immobili, secondo una stima di massima fatta da Confartigianato, in Sardegna potrebbe riguardare quasi 90mila edifici privati, il 17% del totale (siamo al sesto posto nel Paese). La situazione peggiore è nella provincia di Sassari (il 19% sono in condizioni pessime o mediocri), poi in Ogliastra (18,1%), a Oristano (17,9%), nel Medio Campidano (17,8%), a Cagliari (16,8%), a Carbonia-Iglesias (16,5%). Il quadro migliore si trova nel territorio di Olbia-Tempio con una percentuale di anzianità del 13,9%.

Per l’assessore regionale all’Urbanistica Francesco Spanedda «l'auspicio è che la norma» italiana che tradurrà il dettato europeo sul suolo nazionale «sia scritta anche in collaborazione con le Regioni, in maniera tale da consentire interventi coerenti alle caratteristiche locali, comprese quelle imprenditoriali ed economiche». 

Gli incentivi, aggiunge l’esponente della Giunta Todde, «saranno fondamentali in un territorio come quello sardo, nel quale la situazione economica e demografica attuale non facilita la manutenzione del patrimonio costruito e la sua riqualificazione».

I dettagli negli articoli di Cristina Cossu e Lorenzo Piras su L’Unione Sarda in edicola e nell’edizione digitale

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