La protesta di agricoltori e pastori sardi varca il Tirreno. Questa mattina una delegazione di un centinaio di persone è partita per la Capitale, dove Riscatto Agricolo ha annullato la grande manifestazione in piazza San Giovanni ma è prevista comunque un’iniziativa simbolica che vedrà coinvolti anche i delegati delle altre Regioni.

«Stiamo definendo in queste ore dove e quando incontrarci con i rappresentanti degli altri presidi», spiegava ieri sera Roberto Congia, uno dei portavoce. «Siamo sardi e decisi a continuare con la stessa determinazione».

La grande manifestazione è stata annullata, spiega Riscatto Agricolo, per non creare troppi disagi ai cittadini: «Abbiamo deciso di portare solo una delegazione di 10 trattori a San Giovanni, a simbolo della protesta. Tutti i manifestanti con i loro mezzi agricoli resteranno a sensibilizzare l'opinione pubblica, rimanendo ai presidi, il tutto per non incrinare ulteriormente il grande appoggio sino ad oggi avuto da tutti i cittadini italiani».

Previsto anche un corteo con quattro trattori nel centro della Capitale, «non escludo che passeremo davanti al Colosseo», ha riferito Maurizio Sanigagliesi di Riscatto Agricolo.

Un piccolo segnale di tregua, ma resta la mobilitazione. Il mondo agricolo ha chiesto a gran voce un incontro con la premier Meloni e il ministro Lollobrigida.

Altro fronte caldo è quello di Sanremo, con gli agricoltori che vogliono portare la loro voce sul palco dell’Ariston, il più seguito d’Italia in questi giorni. Ma ieri è arrivato il no della Rai: «Porteremo a conoscenza del grande pubblico i problemi e le richieste attraverso un loro comunicato che leggerà Amadeus sul palco», ha fatto sapere viale Mazzini. Ma nessun agricoltore salirà sul palco.

Una presa di posizione che ha fatto infuriare Riscatto Agricolo: «Se non potremo salire sul palco, saremo costretti a concentrare su Sanremo tutti i trattori dei presidi di Lombardia, Piemonte e Liguria, che già si stanno organizzando per raggiungere Sanremo entro venerdì o sabato mattina».

E l’Isola è presente anche nella delegazione giunta nella città dei fiori, rappresentata da Fabio Pitzalis, di Guasila: «Vogliamo rappresentare anche i problemi della nostra regione, ma da quello che per il momento trapela potrebbe essere un viaggio inutile. Non sembrano infatti intenzionati a farci salire sul palco».

«Mi auguro – continua Pitzalis – che a nessuna bandiera o sindacalista venga data la possibilità di parlare per noi. Quello che più ci interessa è quel che succederà a Roma, tutto dipende dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida».

Ieri, complice l’arrivo a Cagliari di numerosi agricoltori e pastori giunti dal resto dell’Isola per partire verso Roma, in città è stata una giornata di passione. Lunghe code provocate da una sessantina di trattori che hanno bloccato l’ingresso al porto mandando il traffico in tilt all’ingresso della città.

E stamattina è iniziato un nuovo presidio permanente, come quello cagliaritano, a Porto Torres. «Proveremo a bloccare le attività portuali, tra sbarchi e importazioni», ha spiegato Salvatore Muntinu, allevatore di Mores.

(Unioneonline)

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