Criminalità organizzata, il Siap: «Servono più uomini, l’Isola non resti laboratorio delle mafie»
Il sindacato di polizia accusa il Ministero dell’Interno di aver «dimenticato la Sardegna»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cresce l’allarme per la presenza di organizzazioni criminali in Sardegna. Dopo le recenti dichiarazioni del procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, che ha denunciato l’interesse della mafia per il territorio e in particolare per il settore turistico, arriva l’appello del Siap – sindacato italiano appartenenti polizia – che chiede un immediato rafforzamento degli organici sull’Isola.
«La Riviera del Corallo non è un caso isolato, tutta l’isola è nel mirino delle organizzazioni criminali», aveva sottolineato Patronaggio, segnalando infiltrazioni mafiose negli investimenti su lidi e ristoranti, soprattutto nella zona di Alghero.
Il sindacato di polizia, raccogliendo l’allarme, accusa il Ministero dell’Interno di aver «dimenticato la Sardegna», lasciando irrisolte le carenze di personale nonostante le richieste avanzate già nei mesi scorsi. Una situazione che, secondo il Siap, rischia di compromettere la sicurezza dei cittadini e la stessa operatività delle forze dell’ordine.
A testimonianza della criticità del momento, il sindacato richiama l’assalto a un portavalori avvenuto pochi giorni fa lungo la statale 387, all’altezza di Sant’Andrea Frius, definito «la prova tangibile della vulnerabilità del fronte di sicurezza».
E parla di una Sardegna «esposta a più forme di criminalità organizzata», per questo chiede al Dipartimento della Pubblica Sicurezza interventi immediati: un piano straordinario di potenziamento degli organici già dal prossimo dicembre, un monitoraggio costante sugli investimenti privati nei settori a rischio e un maggiore ascolto delle rappresentanze sindacali nei tavoli di sicurezza territoriale.
«Non c’è più tempo per analisi o sofismi – avverte il Siap – servono decisioni rapide per garantire la serenità dei cittadini e contrastare l’espansione di fenomeni criminali di rilevante caratura. L’Isola non può diventare il laboratorio delle consorterie mafiose pugliesi, calabresi, campane o straniere».
E aggiunge: «Continueremo a scrivere al Dipartimento per ottenere più unità in tutte le articolazioni della Polizia di Stato in Sardegna ed evitare un silente collasso operativo».
(Unioneonline/Fr.Me.)