Solo quattro posti letto e l’unico parametro che teneva l’Isola in zona bianca cadrà. Con un’incidenza ben al di sopra dei cinquanta casi ogni centomila abitanti e con i ricoveri Covid nelle terapie intensive al 14 per cento (limite al 10), per non passare in giallo il faro in Sardegna è puntato sulle ospedalizzazioni in area medica: limite massimo 15 per cento, che vuol dire 240 posti letto sui 1.602 disponibili (secondo i dati Agenas).

Ieri però il report quotidiano dell’Unità di crisi regionale ha registrato l’aumento di ben 12 unità proprio di questi ricoveri, raggiungendo così 236 posti letto occupati. Fondamentale capire quando la corsa di Omicron nell’Isola raggiungerà il picco. “Difficile prevederlo oggi”, sottolinea Giovanni Sotgiu, epidemiologo e docente universitario di Statistica medica a Sassari.

I motivi sono essenzialmente tre: "Il primo è legato al mondo della scuola che ha riaperto da una settimana. In molte regioni esiste un forte incremento di contagi nella fascia 0-9 anni che durante le feste non si è registrato. La ripresa delle attività didattiche, in generale, può movimentare la curva dei contagi. Il secondo aspetto è legato a Omicron, o meglio al sottolignaggio scoperto in Olanda, la BA.2, che si sta diffondendo parecchio anche in Germania. La paura è che questa variante, diciamo la Omicron 2 che condivide 32 mutazioni con Omicron ma ne ha altre 28 a sé, arrivi anche in Italia e nell’Isola. Fondamentale quindi monitorare. La terza variabile è invece quella determinata dal nostro comportamento. Detto e ridetto mille volte, il virus cammina sulle nostre gambe per cui è essenziale ancora comportarci bene e rispettare alla lettera le regole. Se questo non si fa il picco deve ancora arrivare”. Una cosa comunque anche per Giovanni Sotgiu è chiara: per capire se l’Isola è al picco “mancano veramente pochi giorni”.

POSITIVI E MALATI – Intanto c’è una prima apertura alla proposta avanzata dalle Regioni di "tagliare" l‘isolamento per i positivi asintomatici che hanno già completato il ciclo vaccinale.

La pandemia “non è ancora finita, ma il progressivo emergere della variante Omicron sulla Delta ne sta cambiando i connotati, rendendo opportuno un aggiustamento delle nostre strategie. La comunicazione dei dati deve essere aggiornata, e la nuova fase deve portarci entro breve a rivedere le regole, soprattutto per la gestione degli ospedali”, dice il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

Anche l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu è “sulla stessa linea” e d'accordo pure sulle due settimane prospettate dal sottosegretario prima di arrivare alla revisione: “Penso sia un tempo congruo per consentire l'adattamento del sistema”. Che inciderebbe anche sulla classificazione delle Regioni: un diverso conteggio dei posti letto allontanerebbe dall'Isola lo spettro della zona gialla – ora molto vicino - o addirittura arancione.

Anche chi è in prima linea approva il cambio di metodo: “Ci sarebbero alcuni aspetti positivi, perché i malati sintomatici sono molti meno dei 1.300 casi giornalieri di queste ore, e ancora meno sono quelli che hanno bisogno di cure in ospedale, grazie alla campagna vaccinale”, osserva Goffredo Angioni, responsabile del reparto di malattie infettive dell'ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

(Unioneonline)

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