Le disdette per Capodanno negli hotel sardi non stanno ancora arrivando e all’aeroporto di Elmas tra domani e lunedì sono previsti sessantamila partenze e arrivi di passeggeri.

Dal primo al 20 dicembre sono stati 143mila: non è come il 2019, ma la netta ripresa c'è. Ma gli albergatori dell’Isola temono ciò che deciderà domani il Governo.

Tra le misure al vaglio per arginare la diffusione della variante Omicron del Covid-19 durante le Feste, c’è anche quella dell’obbligo di richiedere un tampone anche ai vaccinati che vogliono partecipare a veglioni o cenoni di San Silvestro.

"E allora sì - tuona Paolo Manca, presidente di Federalberghi Confcommercio Sardegna – che vedremmo piovere le disdette, in un quadro che certo non ricorda i fasti di fine 2019, quando il virus era sconosciuto”. Ciò che tutti gli hotel sardi che organizzano qualcosa per Capodanno faranno è dimezzare i "coperti".

Anche al THotel di Cagliari le prenotazioni sono sospese in attesa di vedere se l'obbligo di tampone per i vaccinati, durante le feste, sarà davvero introdotto dal Governo. “Ma più che il tampone obbligatorio – sbuffa il direttore Davide Collu – quello che affonda il settore alberghiero anche a Capodanno è la questione dei collegamenti con la Penisola e con l'estero: la situazione è disastrosa, altro che pandemia. Al cenone di San Silvestro avremo soprattutto sardi ed emigrati che tornano per le feste”. 

“Non ci spaventano i cambi di regole – precisa Paolo Manca di Federalberghi -. Tutto si può decidere, per il bene collettivo e la salute pubblica, ma non sempre all'ultimo momento. Così si fanno solo danni a settori che già hanno sofferto troppo le conseguenze della pandemia”.

LA CORSA DI OMICRON – A oggi ci sono tre casi accertati di Omicron in Sardegna. Si tratta di un uomo atterrato a fine novembre ad Alghero di rientro dal Sudafrica e un suo familiare. Lunedì c'è stata una ragazza in arrivo da Londra, residente nella Città metropolitana di Cagliari, vaccinata, sta bene. E ieri nel Sassarese sono emersi altri due sospetti – una persona che si trovava in Medio Oriente e un suo contatto stretto – per i quali si attende la conferma.

"L'indicazione dell'Iss è di sequenziare il 5% dei tamponi positivi che abbiano certi requisiti, ad esempio di soggetti che erano all'estero, vaccinati o che si sono reinfettati - spiega Salvatore Rubino, direttore del laboratorio di Microbiologia dell'Aou di Sassari – ma da ieri è iniziata la flash survey, tutti i laboratori devono ‘fotografare’ la situazione della diffusione della Omicron e domani i dati preliminari serviranno alla cabina di regia del Governo che deciderà eventuali prossime restrizioni”.

Secondo il microbiologo “la variante Omicron la vedremo veramente tra una ventina di giorni, nel frattempo l'obbligo vaccinale sarebbe cosa buona e giusta”. 

(Unioneonline)

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