In occasione del Consiglio dei Ministri Europei dell’Agricoltura (Agrifish), convocato per domani 26 febbraio a Bruxelles, Confagricoltura ha indetto nella città belga l’assemblea dell’organizzazione agricola con tutti i suoi rappresentanti territoriali, dai presidenti e direttori regionali a quelli provinciali. La delegazione sarda sarà guidata dal presidente e dal direttore, Paolo Mele e Giambattista Monne, e da tutti i vertici locali.

L’obiettivo dell’assemblea è quello di aprire un nuovo confronto con i decisori attuali e futuri della politica europea, così da poter illustrare un modello di agricoltura che guarda al mercato, che si organizza in filiere per fare sistema e traghettare la transizione ambientale con serietà e realismo, affinché si coniughi e non si sacrifichi la crescita della competitività produttiva del sistema agricolo europeo. I limiti della PAC (Politica agricola comunitaria), sempre denunciati e messi in evidenza da Confagricoltura, sono oggi sotto gli occhi di tutti ed è quindi ormai irrimandabile un’azione di miglioramento degli strumenti e degli interventi pensati dall’Ue per favorire la crescita sostenibile delle nostre imprese e di ciò che producono. L’appuntamento di Bruxelles arriva dopo una serie di attività portate avanti in Italia, anche con il confronto costante con il ministro Francesco Lollobrigida.

Nei prossimi giorni, dopo il rientro in Italia e in Sardegna della delegazione, le Unioni provinciali di Confagricoltura, in coordinamento con le Federazioni regionali, consegneranno ai Prefetti locali il documento che sarà presentato domani a Bruxelles. Le richieste su cui sarà chiamata a confrontarsi la politica comunitaria verteranno principalmente sulla pesante crisi che ha investito il comparto dopo i conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese a cui sono seguiti gli aumenti, a volte ingovernabili e ingiustificati, dei costi dell’energia elettrica e dei carburanti, ma anche delle materie prime agricole: dalle sementi ai prodotti agro-sanitari passando per i mangimi nella zootecnia. E poi un passaggio sull’accesso al credito per le imprese, fondamentale in questi mesi di crescita dell’inflazione. Si parlerà quindi di transizione energetica, crisi climatica e valorizzazione del patrimonio boschivo attraverso politiche mirate sul contenimento della CO2.

«I limiti di questa PAC – spiega Paolo Mele –  che abbiamo sempre cercato di cambiare e migliorare anche a livello territoriale con gli strumenti di programmazione regionale, sono venuti a galla e la necessità di intervenire per superarli è sempre più urgente. Se non sarà con questo parlamento, si dovrà comunque chiudere rapidamente la partita con il prossimo, che si insedierà dopo le elezioni di giugno. Imprese agricole e consumatori non possono più attendere».

(Unioneonline)

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