Per partecipare alla selezione per uno dei 322 posti da operatore socio sanitario indetto dall’Ares basta possedere un requisito: i candidati devono aver lavorato almeno per un giorno in una delle Asl sarde, nei 36 mesi precedenti al 22 dicembre 2021. 

Una procedura che l’opposizione in consiglio regionale, questa mattina durante la riunione della commissione Sanità, ha definito «discriminatoria». E l’assessore Carlo Doria ha annunciato approfondimenti, per valutare la legittimità. 

«L'Ares modifichi i requisiti»,  chiede Daniele Cocco (Avs), primo firmatario di una risoluzione sostenuta da tutta l’opposizione.

Nel mirino c’è soprattutto il criterio «che prevede di aver maturato presso le Asl sarde un'esperienza professionale, paradossalmente anche di un solo giorno, nei 36 mesi antecedenti la data del 22 dicembre 2021, escludendo di fatto tutti gli operatori sanitari che da anni lavorano o hanno lavorato in strutture private, cooperative o come liberi professionisti». Si tratta di un requisito che «non rappresenta un valido motivo di esclusione per l'accesso alla selezione ma bensì un semplice titolo di valutazione della carriera lavorativa».

L’assessore alla Sanità al termine della riunione della commissione ha spiegato di aver già chiesto chiarimenti. «Anche io credo che quel bando non sia espresso in modo particolarmente chiaro», ha confessato,  «dagli uffici spiegano che il bando è a norma perché rispetta sia la legge Omnibus sia la normativa nazionale». Ma lo stesso esponente della Giunta Solinas ha dei dubbi: «Ho necessità di avere una nota scritta dall'area legale della Regione.  Vorrei che questa interpretazione fosse formalizzata». Perché si tratta di un «bando di stabilizzazione anomalo: mette dei requisiti che fanno parte delle procedure di stabilizzazione e non di una selezione».

L'assessore, in linea con quanto sottolineato dalla minoranza, ritiene che «l'ideale sarebbe procedere a una selezione per tutti quelli che hanno il titolo. Se uno ha lavorato anni, avrà poi un requisito in più e un punteggio in più nella graduatoria».

(Unioneonline/E.Fr.)

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