Casinò negli hotel a cinque stelleLa proposta al vaglio del Governo
È solo una proposta. Meglio ancora: un'idea. Ma la liberalizzazione dei casinò, uno per ogni albergo a cinque stelle, così come vorrebbe il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, si lascia dietro un polverone.Tanto al di là del mare quanto in Sardegna, dove potrebbero vedere la luce dodici case da gioco. Ma l'accoglienza è stata tiepida, ieri. Nemmeno i “sì” sono arrivati convinti, ma tutti accompagnati da una sfilza di riserve praticamente identiche.
LA PROPOSTA Sui nuovi casinò il confronto si apre oggi, in Consiglio dei ministri. La Brambilla ci pensava da mesi, ma adesso incalza. L'idea è semplice: derogando alla rigide norme che attualmente centellinano in Italia il via libera alle case da gioco (sono solo quattro, a Campione, Saint Vincent, Sanremo e Venezia), il ministro pensa a un decreto legge. Ovvero a un provvedimento urgente del Governo per spianare la strada alla moltiplicazione dei casinò. Con un unico vincolo: possono ottenere la licenza - è l'idea della Brambilla - solo gli hotel di lusso, a cinque stelle.
L'OBIETTIVO In attesa di capire l'orientamento dell'esecutivo, una cosa è certa: con le case da gioco il dicastero del Turismo punta a rilanciare il settore. Quantomeno a potenziare un asset dell'industria vacanziera che non conosce stagioni. Il ministro vorrebbe farlo attraverso un'operazione complessiva di rilancio, visto che un decreto legge sul turismo è già nell'agenda del Governo. Tuttavia per i casinò i bilanci 2008 non sono da anno d'oro. Il fatturato è stato chiuso in rosso, con un meno 4 per cento rispetto al 2007, pari a 562 milioni. Sembra stia andando meglio il 2009. Almeno ad agosto. Un dato su tutti: tra i tavoli verdi di Sanremo sono stati incassati 9,8 milioni, il 60,6 per cento in più rispetto a luglio.
DODICI HOTEL NELL'ISOLA In Sardegna negli alberghi di lusso la proposta della Brambilla cade tra capo e collo alle sette di sera. Dall'altra parte del filo solo voci sorprese e toni moderati. Nell'Isola sono censiti dodici hotel di lusso: sette in Costa Smeralda (Cervo, Pitrizza, Cala di Volpe, Romazzino, Sporting, Ea bianca luxory resort e Colonna Pevero), più il Castello e Le dune al Forte village di Santa Margherita, il Faro Capo Spartivento di Chia, l'Is Arenas a Narbolia e Villa Las tronas ad Alghero.
IS ARENAS «Il gioco d'azzardo non è un incentivo per una regione come la Sardegna, perché ha già peculiarità che rendono la destinazione unica nel suo genere», è l'incipit di Riccardo Fontana, direttore del Golf hotel Is Arenas, a Narbolia (Oristano). «Il nostro Paese - va avanti - soffre di carenze strutturali in ambito di collegamenti, promozione organizzata del prodotto Italia, flessibilità del lavoro nel settore turistico e volontà di fare sistema. Ritengo più interessante un decreto legge sul credito di imposta per gli investimenti sostenuti dalle strutture ricettive, in modo da far crescere la qualità dell'accoglienza made in Italy. Troppo spesso non è all'altezza di quella europea».
FORTE VILLAGE Dalla Mita resort, società del gruppo Marcegaglia che ha in mano il Forte village di Santa Margherita, parla Paolo Mancuso, uno dei top manager (è responsabile dello Sviluppo operativo e dei nuovi progetti). «L'ipotesi dei casinò negli hotel a cinque stelle - sottolinea - è di grande interesse e valore. Può dare un impulso importante al turismo della Sardegna, se però l'operazione viene inquadrata come una parte delle attività necessarie a stimolare e sviluppare il settore. Mi riferisco al golf, ai trasporti e alle infrastrutture».
COSTA SMERALDA Cambiano i nomi degli imprenditori, ma non l'approccio alla proposta della Brambilla. Dal gruppo Iti, il colosso dei Corbeddu-Loi che a Porto Cervo ha piazzato cinque stelle al Colonna Pevero hotel, dice la sua un altro top manager, Franco Derosas. «Non nascondo la sorpresa», comincia. Poi prende tempo con un'altra riflessione: «Il gioco d'azzardo non è stagionale, l'apertura dei casinò potrebbe essere un anello della catena che deve portarci alla destagionalizzazione. Tuttavia ogni eventuale iniziativa va soppesata». Anche Gianfranco Molinas, azionista dell'omonimo gruppo sardo che ha fatto fortuna con l'industria vacanziera, ci va coi piedi di piombo: «Le case da gioco possono essere un'attrazione», commenta. Ma non dice se nel suo Sporting hotel a Porto Rotondo ne aprirebbe una.
ALGHERO Dal Villa Las tronas, cinquant'anni di storia sul lungomare di Alghero, fanno una premessa: «Per la verità l'idea non è molto nuova», chiarisce la proprietaria Barbara La Spina. «Di casinò negli hotel se ne parla dagli anni Sessanta. Ad allora risale la prima proposta che venne fatta. Serve una valutazione più dettagliata, visto che ci sono i pro e i contro. Personalmente non so se Alghero ha la capacità ricettiva per sostenere un business come quello dell'azzardo che muove migliaia di persone».
ALESSANDRA CARTA