Fate rifornimento, ma con giudizio. Da domani alle 19 sulla rete ordinaria (e dalle 22 sulle autostrade nella Penisola), i distributori di carburanti saranno chiusi per sciopero. Niente benzina fino a tutto mercoledì, anche in modalità self-service.

Lo ricordano a livello nazionale le organizzazioni Faib, Fegica e Figisc-Anisa in una nota, rilevando che «il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di “trasparenza” e “zone d’ombra” solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono». «Ristabilire la verità dei fatti - proseguono - diviene quindi prioritario, per aprire finalmente il confronto di merito». 

In Sardegna i gestori sono divisi.

Da una rapida carrellata dei stazioni di servizio cagliaritane, i benzinai sostengono di essere gli ultimi a poter decidere il prezzo del carburante. «Vedremo se scioperare o meno, ancora non ho deciso», dice Mario Calì. E Samuel Pischedda ricorda: «Ogni mattima ci svegliamo, accendiamo il portale della compagnia e vediamo i prezzi che dobbiamo applicare. Il nostro guadagno resta comunque di 4,3 centesimi a litro». Andrea Grosso sottolinea anche la pressione della burocrazia: «Dovremmo comunicare al Mise ogni giorno, non più una volta settimana, la variazione del prezzo del carburante per permettere di monitorare l’andamento del mercato a livello regionale», dice. «Ma noi che cosa c’entriamo? Vorremmo lavorare in santa pace».

Non tutti i sindacati della categoria, però, sono in linea con la protesta. Pinello Balia, dell’Associazione nazionale gestori autonomi carburante (Angac), fa notare che «in 45 anni non ho mai visto uno sciopero di fatto sponsorizzato contro le compagnie petrolifere». E chiosa: «Questo è uno sciopero contro il Governo, anche se, a mio avviso, l’adesione è una scommessa».

Non si registravano, almeno a Cagliari, ieri sera, distributori presi d’assalto.

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