DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO CARTA

CAPOTERRA Tutti i giorni la signora Maria Pinna si presentava puntualmente alle sei del mattino nel suo distributore di benzina nella via principale di Capoterra. Lo aveva aperto il marito (ex minatore), lo ha sempre gestito lei, prima di passarlo ai due figli. Cinquantasei anni di onorata attività, tra i suoi clienti anche Carabinieri e Guardia di Finanza. Così, quando gli uomini delle Fiamme gialle sono arrivati per la consueta periodica verifica sui pagamenti delle accise e sui rendiconti finanziari, era tranquillissima: «La contabilità ce la gestisce un amico commercialista, Roberto Farigu».

LA MULTA Qualche settimana dopo il verbale: otto milioni. Di lire, ha pensato la signora Pinna, considerando la possibilità di essere incappata in qualche errore materiale nella stesura di registri, fatture e quant'altro. No, si sbagliava: erano otto milioni di euro. Il suo consulente di fiducia - secondo la Finanza - non ha tenuto il registro dell' Iva del distributore dal 2002 al 2006. E non ha mai presentato la denuncia dei redditi dell'attività. Curiosamente nella richiesta di Equitalia c'era anche il bollettino per pagare alle Poste o in banca la sanzione, come se uno potesse presentarsi allo sportello e versare una simile cifra così, entro i 15 giorni stabiliti dalla società di riscossione.

LE INDAGINI L'inchiesta della Guardia di Finanza di Sarroch è cominciata in questo modo, quasi per caso, nel 2007. Il sopralluogo nello studio di elaborazione dati di Roberto Farigu, in via Gramsci 40, al pianterreno, ha permesso agli uomini delle Fiamme gialle di inoltrare alla Procura un resoconto dettagliato con tanto di ipotesi di reato: truffa ed esercizio abusivo della professione. Roberto Farigu, secondo la Finanza, non è iscritto all'albo dei commercialisti, né a quello dei revisori dei conti o dei consulenti del lavoro. E negli ultimi anni ha omesso di presentare la dichiarazione dei redditi di parecchi clienti. Almeno una ventina, secondo gli inquirenti, avrebbero subito gravi danni dal falso consulente.

LE ATTIVITÀ Nell'elenco c'è un po' di tutto: un negozio di fiori, piccola rivendita di 15 metri quadrati, che si è vista recapitare una sanzione di 105 mila euro; un negozio di frutta e verdura il cui titolare ha avuto un principio di paralisi quando nella cassetta delle lettere si è trovato una comunicazione ufficiale: lei è moroso nei confronti delle Entrate per 20 mila euro ; un bar del rione Santa Lucia, la cui titolare si è vista recapitare una sanzione di 44 mila euro; diverse attività di movimento terra; una fotografa, sempre per 30 mila euro circa.

LA STRATEGIA Stando agli atti consegnati alla Procura presso il tribunale di Cagliari, il modo di agire di Roberto Farigu era sempre lo stesso. Personaggio molto noto in paese, candidato consigliere comunale nelle liste dell'Udeur nelle ultime amministrative di Capoterra, anno 2006 (181 voti, ha mancato di poco l'elezione nell'assemblea cittadina), tranquillizzava i suoi clienti con la solita frase di circostanza: «Non preoccuparti, non devi pagare niente, sei in credito con lo Stato».

Nessuno si sarebbe insospettito, soprattutto grazie al rapporto di fiducia instaurato: i clienti del suo studio di elaborazione dati non richiedevano quasi mai neppure le ricevute dei documenti o dell'eventuale denaro consegnato all'esperto. Sino a quando non sono arrivate le prime mazzate per la mancata consegna allo Stato delle dichiarazioni dei redditi.

LA FUGA Sulle prime Roberto Farigu avrebbe preso tempo: «C'è un errore, chiariremo tutto con l'Agenzie delle entrate e con Equitalia». Poi da un giorno all'altro ha chiuso il suo ufficio di consulenza. Sparito? No, è rimasto a Capoterra, dove - stando ai suoi compaesani - aiuta la moglie nella gestione di un bar aperto di recente in pieno centro, nella piazzetta Brigata Sassari, tre serrande e un bello spiazzo per i tavolini all'aperto, a trenta metri scarsi dall'ufficio di elaborazione dati contabili.

IN PROCURA Mentre lui serve cappuccini e paste, pizzette e bitter, l'inchiesta della Guardia di Finanza di Sarroch va avanti: proprio nei giorni scorsi un voluminoso dossier è stato recapitato sul tavolo del sostituto procuratore Maria Virginia Boi che adesso dovrà completare gli accertamenti. Molti fatti, secondo la Finanza, risalgono al periodo tra il 2002 e il 2006 e sarebbero a rischio di prescrizione. In diversi casi, poi, l'entità del danno causato dalla condotta del falso commercialista sarebbe davvero minima e non è stata presentata una formale denuncia. Sempre secondo le Fiamme Gialle, dal 2002 al 2006 Roberto Farigu avrebbe incassato circa 200 mila euro come compenso per attività di consulenza mai eseguite oppure per dichiarazioni dei redditi in diversi casi sbagliate. Tra l'altro, lui stesso era sconosciuto al fisco: evasore totale.
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