Era in discoteca con due amici, quando all'improvviso uno sconosciuto, senza alcun motivo, l'ha colpito con un pugno. Risultato: frattura della mandibola e intervento chirurgico, con un mese di prognosi. Dell'aggressore, invece, nessuna traccia.

Vittima dell'inquietante episodio, che sarebbe avvenuto una decina di giorni fa in una discoteca di Cagliari e con la stessa modalità di quello che ha avuto sfortunato protagonista Matteo Cugia (il giovane di Ussana che per un colpo ricevuto al volto ha rischiato di morire), è un altro ragazzo di appena 20 anni, Michele Serra.

Dimesso dall'ospedale Santissima Trinità, ha subito sporto denuncia per "lesioni personali dolose gravi" ai carabinieri della stazione di Pirri, che al momento procedono contro ignoti.

"Ero nel locale assieme a due amici e nel corso della serata sono andato in bagno. Poi mi sono avvicinato al lavandino e a quel punto qualcuno mi ha colpito al volto", ha raccontato Michele.

"Non saprei descrivere chi è stato - ha aggiunto - mi ha colpito di sorpresa e l'ho visto solo di sfuggita. A causa del pugno, inoltre, ero intontito e non capivo più niente. Quello che so è che non ho discusso, litigato né provocato nessuno".

Dopo il misfatto, l'aggressore si è dileguato, mentre Michele se n'è tornato a casa, accompagnato dagli amici. Nelle ore successive, a causa del dolore alla mascella, si è recato con la mamma prima alla guardia medica e poi, vista la gravità delle sue condizioni, in ospedale, dove stato sottoposto a un'operazione maxillo-facciale.

"Per un mese devo tenere un blocco mandibolare sorretto da due placche, 6 viti e fil di ferro e sarò costretto a nutrirmi con una cannuccia", spiega sconsolato. Ma anche pieno di comprensibile rabbia.

"Dopo quello che mi è accaduto ho letto della vicenda di Matteo", aggiunge. "Sono cose impensabili. Sono choccato dalla gente di m....a che c'è in giro. Non è possibile che si rischi la vita o comunque la salute solo per essere andati fuori a divertirsi".

Poi l'amara conclusione di fronte al prendere piede di quello che in molti chiamato "knock-out game", un macabro gioco finalizzato a mettere ko poveri cristi incrociati per caso: "Girando spesso in questi posti ne ho viste di tutti i colori. C'è da mettersi le mani nei capelli. Viviamo davvero in una società di animali".

(Unioneonline/l.f.)

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