Nascondere un gps in un’auto per tracciarne la posizione e seguirne il percorso “non è previsto dalla legge come reato”.

Esito del processo a Cagliari all’ex consigliere regionale di Forza Italia Onorio Petrini, 74 anni, che per aver piazzato un apparecchio di quel genere sotto il veicolo della ex fidanzata è stato accusato di “Installazione di apparecchiature atte a intercettare o impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche”.

Ma il giudice monocratico ha ritenuto il comportamento non perseguibile, come già sollecitato dall’avvocato difensore Massimiliano Ravenna secondo il quale la violazione di legge sarebbe stata configurabile solo nel caso in cui il localizzatore fosse stato in grado di intercettare o impedire conversazioni o comunicazioni telefoniche tra persone diverse dall’indagato.

L’apparecchio era stato trovato sotto il pianale della macchina dai meccanici di un’officina alla quale la proprietaria dell’auto si era rivolta dopo un incidente e proprio Petrini aveva ammesso davanti ai carabinieri di aver piazzato il gps. Ne era nato il procedimento finito ieri con l’assoluzione. 

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