Sindaco, il suo primo Sant'Efisio…

«Da sindaco sì, il primo. Diciamo che sarà, comunque, un Sant'Efisio eccezionale».

Cagliari e Sant'Efisio sono una cosa sola il primo maggio. Tanto vale cancelliamo la data dal calendario.

«No, perché per i cagliaritani e per me sarà Sant'Efisio anche quest'anno. Il primo maggio».

Ci sono novità?

«La scelta è quella di fare l'investitura dell'Alter Nos in Municipio. In forma privata, certo, ma nel pieno rispetto della tradizione. Al termine, ci sarà una funzione religiosa a porte chiuse alla presenza dell'Alter Nos».

Chi ha deciso? La Municipalità? L'Arciconfraternita?

«Non c'è una primogenitura, siamo tutti sulla stessa barca, come ha detto il Santo Padre. Ne abbiamo discusso con il prefetto e con l'arcivescovo. Ed è appena arrivato il via libera dall'Arciconfraternita. Potrebbe essere una soluzione che restituisce ai cagliaritani - anche se in maniera, diciamo, privata - il crisma del primo maggio».

Si racconta che lei non abbia potuto dare l'assenso alla decisione iniziale di limitare tutto al 3 maggio...

«Vero. E pensare che con la prefettura, che ha un ottimo segnale, avevamo già fatto tante videconferenze. Al momento di avanzare la proposta del Comune è crollata la connessione. Ho dovuto mandare un WhatsApp al prefetto e poi, a fine riunione, sono stato informato che avevano deciso per lo scioglimento del voto il 3 maggio a Nora. Punto».

Una delusione, immagino.

«Sì, è stata una doccia fredda. Anche perché non ne avevamo mai parlato. Poi, ovviamente, quando mi sono state date le motivazioni, ho condiviso. E non poteva essere altrimenti».

Tutti parlano di Fase 2. I contagi, tanto più in Sardegna, rallentano... C'è spazio per sperare in qualcosa di più, rispettando distanze, indossando protezioni?

«Le manifestazioni civili e religiose sono sospese in tutta Italia. Si violerebbe la legge, andando incontro a rischi sanitari. Si è scelta questa soluzione, ma non finisce qui».

Che fa, ora è lei a rilanciare la speranza?

«No, no, sarebbe da irresponsabili. Ma ho conservato nel bilancio le risorse per Sant'Efisio, perché la ... speranza è che, a settembre, o quando sarà, si possa fare una grande festa di popolo».

Lei è credente?

«Sì».

Cos'è per lei Sant'Efisio?

«Sono molto legato. E lo vivo in maniera diversa e con una frequentazione costante dalla nascita della nostra prima figlia».

Che cosa immaginava per il suo primo Sant'Efisio con la fascia tricolore?

«Di poterlo vivere, intanto, come l'ho vissuto negli ultimi quattordici anni. E, ovviamente, con l'emozione di rappresentare una comunità. Sarà così l'anno prossimo».

La scelta dell'Alter Nos era arrivata prima della pandemia?

«Sì, prima. Dispiace, perché Raffaele Onnis non potrà abbracciare i cagliaritani e tutti i sardi che hanno una devozione eccezionale per Sant'Efisio. Però è anche vero che entrerà nella storia. Sarà forse uno degli Alter Nos più ricordati».

Le vie di Sant'Efisio sono infinite. Onnis avrà una seconda possibilità?

«Mai dire mai».

Qual era la sua proposta prima che crollasse il collegamento in videoconferenza?

«Stavo manifestando la disponibilità del Comune a garantire il mezzo di trasporto per la statua, garantendone la tutela, così come chiesto dalla Sovrintendenza. Ipotizzavo un mezzo scoperto con una protezione in plexiglass, per consentirne anche la visione. Poi la linea è crollata».

Quale mezzo sarà utilizzato?

«Si parla di un mezzo militare, ma non ci sono dettagli».

Mi conceda di chiudere con una battuta. Il 3 maggio Sant'Efisio dovrà uscire con l'autocertificazione?

« (risata) Come tutti. La metteremo nelle tasche di chi guiderà il mezzo. Per essere tutti più sicuri e per dare un messaggio ai nostri concittadini che, in questo periodo difficile, nella stragrande maggioranza, si stanno ben comportando. A loro dico grazie. E grazie alle forze dell'ordine, tutte, per lo straordinario lavoro».

Emanuele Dessì

© Riproduzione riservata