Nessuno sconto. L'accusa ha chiesto anche in appello l'integrale conferma della condanna di primo grado a 30 anni di carcere inflitta a Graziano Mesina, l'ex primula rossa del banditismo sardo, imputato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.

Dopo una requisitoria durata oltre un'ora, il sostituto procuratore generale Michele Incani ha concluso con la richiesta di confermare sia la condanna che la revoca della grazia concessa a Mesina nel 2004. Non ha battuto ciglio l'ex bandito, che ha assistito in collegamento video al prcoesso davanti alla Corte presieduta da Giovanni Lavena.

Rinchiuso nel carcere di Badu e Carros dal 10 giugno 2013, giorno del suo arresto, Mesina ha partecipato all'udienza attraverso il sistema a circuito chiuso per via della riforma "Orlando" che dispone la modalità del collegamento telematico per i detenuti accusati di aver organizzato delle associazioni a delinquere per il traffico di stupefacenti.

Difeso dagli avvocati Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, Mesina ha annunciato che alla prossima udienza rilascerà dichiarazioni spontanee.

In aula era presente invece l'altro imputato eccellente, l'avvocato Corrado Altea, condannato in primo grado a 16 anni di carcere. Il 27 febbraio è prevista una nuova udienza.

LA SENTENZA DI PRIMO GRADO:

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