Prosciolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di aver violato il segreto di Stato e di non aver obbedito ad un ordine dell’autorità. Sono cadute le accuse nei confronti dell’ex parlamentare e giornalista Mauro Pili, indagato dalla procura di Cagliari dopo la denuncia del Ministero della Difesa a seguito di un sopralluogo effettuato al poligono di Teulada dell'agosto 2016.

La vicenda riguarda una ispezione che il parlamentare aveva fatto all’interno dell’area militare, dov’era stato segnalato un deposito di materiale nucleare, poi rimosso dopo qualche giorno. A Pili sarebbe stato dato un ordine, non puntuale ma generico, di non fare e divulgare immagini, che il parlamentare non aveva ritenuto legittimo: così aveva ripreso e divulgato quello che ritenne la prova regina del disastro ambientale nel poligono di Teulada. L'ex esponente di Unidos in quell’occasione denunció la presenza di un deposito di scorie radioattive provenienti dall’uso dentro il poligono del Missile Milan, che conteneva torio, sostanza molto più letale dello stesso uranio impoverito.

Oggi il pubblico ministero Andrea Vacca ha chiesto il proscioglimento dalle accuse (perché il fatto non costituisce reato), ritenendo che il parlamentare stesse perseguendo un bene superiore, quello della tutela ambientale e di informare sia le istituzioni che i cittadini. Il suo difensore Maurizio Scarparo ha invece sostenuto che non ci fosse proprio alcun reato, visto che quell’area non era stata tutelata dai vincoli che regolano il segreto di Stato. La giudice Ermengarda Ferrarese ha accolto quest’ultima ricostruzione, prosciogliendolo con la formula più ampia.

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