È terminata alle 18,30 l’udienza nel processo di revisione alla condanna all’ergastolo di Beniamino Zuncheddu.

Sono stati sentiti quattro testimoni: i due carabinieri Fabrizio Stara e Gianluca Miscali di Cagliari che hanno eseguito le nuove indagini per conto della procura sarda sulla strage di Sinnai (alla ricerca di altri partecipanti ai delitti), Valentino Casula (nipote di Gesuino Fadda, proprietario di Cuile is Coccus, teatro dell’eccidio, una delle tre vittime assieme al figlio Giuseppe e al servo pastore Ignazio Pusceddu) e Alessandra Angioni, ex nuora del sopravvissuto Luigi Pinna.

Soprattutto Angioni ha ricordato episodi e confidenze familiari importanti, tra i quali la cancellazione delle matricole di tre fucili che la donna lega alla strage e la particolarità di una parte della testimonianza di Pinna.

Questi aveva indicato il nome di Zuncheddu dopo un mese nonostante inizialmente avesse detto di non averlo riconosciuto e ha giustificato questo cambio di rotta (così ha spiegato Angioni) sostenendo in realtà di aver riconosciuto la sagoma del killer che, dopo aver sparato i colpi contro di lui e Pusceddu, si era tolto la calza da donna che teneva sul volto per legarsi una scarpa.

Prossima udienza il 14 novembre. Parleranno il sopravvissuto e il poliziotto Mario Uda, decisivo nell’inchiesta che porto all’incriminazione di Zuncheddu. 

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