Giù i fucili da lepri e pernici, anche nelle due giornate (4 e 11 ottobre) in cui un decreto regionale lo consentivano, anche se per la prima giornata (domenica scorsa) è troppo tardi: si è già sparato. Stagione venatoria finita per quelle due specie. Lo ordinano i giudici del Tar, alla Federcaccia (che si era opposta al ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste) i musi si fanno lunghi e non si vedono espressioni soddisfatte neanche alla Regione. Viale Trento si deve rimangiare una parte del decreto che quel tipo di caccia autorizzava. Come se non bastasse, deve pure pagare i tremila euro di spese del giudizio amministrativo.

La rabbia della Regione

Il decreto privato della parte che consentiva di sparare a lepre e pernice sarda non è accolto con felicità dall'assessore alla Difesa dell'ambiente che - seppure di rimbalzo - contesta il verdetto del Tribunale amministrativo regionale: «La sentenza», commenta Gianni Lampis, «è basata sulla mancata acquisizione del parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale: seppure sia obbligatorio, non è vincolante. Peraltro, quel parere era stato puntualmente richiesto dall'assessorato lo scorso 21 settembre, subito dopo i censimenti». Comunque sia non c'era, quel parere dell'Ispra, nel momento in cui è stato firmato il decreto che consentiva di sparare nelle due domeniche di ottobre a lepre e pernice sarde, così il Tar ha annullato il decreto del 28 settembre nella parte che autorizzava la caccia a quelle due specie. Dunque, domani non si spara.

Gli ambientalisti

«Il parere preventivo dell'Ispra è indispensabile: la sentenza stabilisce chiaramente che non può essere sostituito da studi o pareri resi da altri soggetti, anche pubblici», si legge in una nota del Gruppo d'intervento giuridico firmata da Stefano Dessì Deliperi, che ha presentato il ricorso al Tar assieme alla Lac (Lega per l'abolizione della caccia) e al Wwf Italia. Invece la Regione non ha ritenuto di dover attendere il parere dell'Ispra, e ora proprio quell'assenza rende illegittimo il decreto di viale Trento.

La replica del'assessore

Si amareggia l'assessore Lampis: «Il parere dell'Ispra, quasi come una beffa, è arrivato alle 8.26 dell'8 ottobre, esattamente la mattina successiva all'udienza al Tar. Mi sono prodigato, anche con solleciti verbali, per acquisire il parere in tempo utile, ma è vero anche che l'Ispra ha trenta giorni di tempo per formulare il proprio parere». Nel frattempo si schiera il Centro studi agricoli, coordinato dall'ex consigliere regionale Tore Piana: «In occasione dell'approvazione del calendario venatorio», scrive Piana, «abbiamo contestato la decisione di ridurre le giornate di caccia per lepre e pernice. È una brutta pagina per l'autonomia della Sardegna, che dimostra di non sapersi governare».

L. A.

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