Spaccio di droga per la “Cagliari bene”: quattro arresti a Sant’Elia
I carabinieri hanno sgominato un’organizzazione familiare nel corso di un blitz scattato all’alba
Dopo il blitz del 2020 dei Ros con l’arresto di 33 persone, la piazza dello spaccio a Sant’Elia a Cagliari ha subito un duro colpo. Ma qualcuno aveva organizzato comunque un mercato della droga tra via Schiavazzi e via Utzeri: appartamenti protetti con porte blindate, casupole abusive con grate per la vendita delle dosi di cocaina, un sistema di vedette, contenitori con magneti per conservare la droga e un’attività aperta ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, con affari da 15mila euro al mese. Il tutto anche nel periodo di lockdown.
Una organizzazione familiare sgominata dai carabinieri del nucleo investigativo provinciale con il blitz scattato all’alba e che ha portato all’arresto di quattro persone: Diego Dario Caria (26 anni), Angelo Masala (27) e il padre Vincenzo (51) sono finiti in carcere, Gianluca Mallus (21) è ai domiciliari. Due di questi, Caria e Vincenzo Masala, nella perquisizione di stamattina, sono stati trovati con 4.900 euro e una cinquantina di dosi di cocaina ed eroina e dunque verranno accusati anche di questo ulteriore episodio di spaccio.
L’indagine è nata dopo il mega blitz dei Ros e a seguito dell’attentato incendiario ai danni di un brigadiere della stazione di San Bartolomeo, che aveva partecipato all’inchiesta del 2020. Si è così arrivati a scoprire che quattro uomini, tutti vicini di casa, stavano gestendo un discreto giro di spaccio con clienti provenienti dalla “Cagliari bene” e da diversi centri del sud dell’Isola. Come ricostruito dai carabinieri del nucleo investigativo provinciale, utilizzavano un solo telefono per ricevere gli ordini. Le consegne avvenivano in casupole realizzate, abusivamente, sotto i pilotis di via Schiavazzi. E la droga veniva conservata in cilindri con magneti piazzati sotto le auto o nei pali della luce per evitare che si potesse risalire ai proprietari in caso di blitz delle forze dell’ordine.
«Un’attività che funzionava e faceva guadagnare bene», hanno evidenziato Michele Tamponi, comandante del reparto operativo provinciale dei Carabinieri, e Nicola Pilia, al comando del nucleo investigativo. «Il tutto in un periodo non semplice con lockdown e limitazioni». Alla fine le indagini, sotto il coordinamento del pm Danilo Tronci che ha richiesto le quattro misure cautelari, hanno portato al blitz di stamattina. I quattro indagati ora dovranno essere interrogati per la convalida.