Oltre alla situazione che tutto il Mezzogiorno vive, la Sardegna ha un ulteriore problema: "L'insularità più pronunciata che il Paese conosca". A dirlo è stato il presidente della Regione, Christian Solinas, nel corso del webinar organizzato dal ministero per il Sud e la Coesione territoriale in vista dell'elaborazione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della definizione dell'accordo di partenariato 2021-2027.

"Tra le grandi isole - ha aggiunto il governatore - siamo quella più distante dal resto del Paese e questo determina svantaggi sia in termini di trasporti, sia perché non siamo serviti dal metano e abbiamo costi energetici superiori".

"Vediamo in questi fondi una grande opportunità - ha proseguito il presidente - C'è un cantiere insonne delle riforme che approccia a qualsiasi tema della produzione legislativa. Noi non abbiamo bisogno di più leggi, abbiamo bisogno di una semplificazione per poter dare speditezza all'azione amministrativa. È paradossale affrontare il tema del commissariamento delle grandi opere commissariando con gli stessi responsabili delle lentezze queste opere. Se le strade in Sardegna e nel Meridione sono indietro non è per volontà delle Regioni, ma perché i soggetti gestori non sono stati in grado di realizzarle in maniera efficiente".

Per quanto riguarda le infrastrutture, "la rete ferroviaria della Sardegna è disconnessa dal resto del Paese e capisco che sia di poco interesse - ha sottolineato Solinas -. Ma è chiaro che se siamo in queste condizioni non è colpa della Regione. È un periodo di neo centralismo rispetto alle specialità e le autonomie. Se esistono Regioni che hanno avuto riconosciuta una situazione di specialità è perché in quelle realtà non si possono utilizzare le stesse formule del territorio nazionale. C'è invece un'attività di impugnazione delle norme autonomistiche che è spaventosa".

E l'Isola, in campo energetico, "può essere un grande hub sperimentale per l'Europa" ed essere "il primo centro di produzione e alimentazione della locomozione, di treni, trasporto pubblico e navi, con idrogeno". Poi c'è il caso di Lula che potrebbe essere il luogo per "un secondo Cern" per l'Einstein Telescope visto che l'Isola ha vinto "la concorrenza di numerosi Stati d'Europa e siamo alla fase finale con la proposta di un land tedesco, ma siamo in posizione di partenza migliore".

(Unioneonline/s.s.)
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