Epidemia di coronavirus ai minimi in Sardegna dall'inizio dell'emergenza. Nell'isola, stando all'ultimo bollettino (LEGGI) delle autorità regionali, si è verificato un solo nuovo caso di positività al coronavirus. E la Sardegna fa parte delle sei regioni italiane dove nelle ultime ore non sono state registrate nuove vittime (assieme all'Isola, Umbria, Valle d'Aosta, Calabria, Basilicata e Molise).

Segnali confortanti insomma. E, in attesa di sapere se i numeri continueranno a essere rassicuranti per permettere alle riaperture di proseguire come da ordinanza, la Regione lavoro ora anche per dare respiro alle aziende.

IL PIANO - Sul piatto, i nodi cassa integrazione in deroga, salva-famiglie e aiuti alle categorie non considerate nel decreto Cura Italia: le prime due misure sono approvate anche se si registrano una serie di difficoltà sull'attuazione, la terza fa invece parte del disegno di legge salva-imprese - con base 100 milioni di euro - approvato dalla Giunta Solinas il 10 aprile e che arriverà al vaglio del consiglio regionale entro fine settimana.

ACCORDO CON LA BEI - L'obiettivo - spiega Villa Devoto - "è dare liquidità alle attività produttive per consentire loro di rialzarsi dopo questi mesi terribili". In questo senso va l'accordo tra Regione e Banca europea degli investimenti, illustrato ieri dall'assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino.

L'intesa - ha spiegato l'assessore - permetterà l'accesso al credito a tutte le imprese, anche a quelle considerate a rischio: ogni concessione sarà a tasso zero per i prestiti fino a 800mila euro.

"Chi chiederà di più, fino a un massimo di 5 milioni di euro, potrà comunque avere condizioni favorevoli - ha precisato Fasolino - i prestiti avranno 24 mesi di preammortamento e il capitale potrà essere restituito in 15 anni. Tutto questo grazie a un fondo di 200 milioni di euro finanziato da Regione e Bei in parti eguali".

INCENTIVI - Un altro disegno di legge, come detto, è indirizzato a garantire la copertura di una serie di categorie non comprese nel Cura Italia, per esempio colf, badanti e stagionali, e a fornire incentivi alle aziende per le assunzioni. La copertura in questo caso dovrebbe essere di circa cento milioni di euro. Previsti anche aiuti alle imprese fino a 7.500 euro in regime di de minimis.

Non dovrebbero invece esserci stanziamenti, come richiesto dall'opposizione, per le microimprese e per le piccole attività artigianali e commerciali. Tale misura, infatti, ha spiegato l'assessore al Bilancio, peserebbe sulle case di della Regione per circa un miliardo di euro.

CRITICHE AL GOVERNO - Fasolino ha anche criticato il Governo, chiedendo di rivedere gli stanziamenti destinati alla Sardegna.

"Il fondo di 1,5 miliardi di euro che lo Stato mette a disposizione delle Regioni per l'emergenza Covid va rivisto". All'Isola spetterebbero 150 milioni, cifra "evidentemente insufficiente - sottolinea Fasolino - soprattutto per le Regioni a Statuto speciale che, a differenza delle ordinarie, devono garantire anche servizi essenziali come la sanità e i trasporti".

"La Sardegna - evidenzia l'assessore - ha un bilancio fondato, per l'80%, sulle entrate erariali. Dalle nostre stime, vista la riduzione del gettito determinata dall'emergenza Covid-19, alle casse regionali mancheranno tra i 600 e i 700 milioni di euro. Un buco che mette a rischio anche i servizi essenziali garantiti dalla Regione".

(Unioneonline/l.f.)
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