La Procura di Cagliari ha aperto un fascicolo contro ignoti sul pericolo crolli in via Dettori.

Il reato ipotizzato nell’inchiesta aperta dai magistrati è disastro colposo.

Nella tarda serata di sabato 7 gennaio i Vigili del fuoco avevano disposto la chiusura di un tratto di strada del quartiere Marina per evidenti crepe nella facciata e nelle parti interne di un edificio, che è stato subito sgomberato.

Pochi giorni dopo, in seguito a nuovi rilievi dei Vigili del fuoco, è stata sgomberata un’altra palazzina che si affaccia a pochi passi da piazzetta Savoia. Altre crepe sono state individuate dal lato delle Scalette di Santo Sepolcro, sul muro adiacente all’Ostello della Gioventù.

Sono un’ottantina le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni – spesso all’improvviso, in pigiama e senza la possibilità di ritirare gli effetti personali poi recuperati dai Vigili del fuoco – e trovare riparo in hotel o presso case di amici e conoscenti.

Chiusi anche diversi studi professionali, mentre si fa sempre più drammatica la situazione dei commercianti che, ai primi segnali di ripresa dopo la pandemia, sono stati costretti a chiudere e chiedono ristori che il comune non è al momento in grado di dare perché «le risorse sono limitate».

Un edificio a rischio crollo (Archivio)
Un edificio a rischio crollo (Archivio)
Un edificio a rischio crollo (Archivio)

Proprio ieri in comune si è tenuto un incontro dei commercianti con gli assessori alle Attività produttive e ai Lavori pubblici Alessandro Sorgia e Gabriella Deidda. E a quanto è emerso, i tempi per la riapertura della strada sembrano essere ancora lunghi: «Al momento non siamo in grado di dare risposte», ha detto Sorgia.

Nelle 48 o 72 ore precedenti il primo sgombero nel sottosuolo potrebbe essere successo qualcosa – sono state accertate delle perdite d'acqua - che ha fatto comparire le crepe o aumentare quelle già presenti in alcuni edifici. L’inchiesta aperta dai magistrati cagliaritani è volta proprio ad accertare le cause di questa situazione che da giorni sta mettendo in ginocchio imprese e famiglie.

(Unioneonline/L)

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