Un "no" definitivo e irrevocabile, supportato da un'ampia documentazione frutto del lavoro del Comitato Tecnico Scientifico istituito dalla Regione all'indomani dell'individuazione di 14 siti, sui 67 indicati complessivamente nel territorio nazionale, per la realizzazione del deposito unico di rifiuti nucleari in Sardegna.

Lo ribadisce il presidente della Regione Christian Solinas, a seguito dell'approvazione in Giunta della delibera contenente le Osservazioni della Regione Autonoma della Sardegna sulla proposta di "Carta Nazionale delle Aree potenzialmente Idonee" (CNAPI) ai sensi dell'art. 27 del D.Lgs. n. 31/2010. Alla delibera è allegata la relazione elaborata dai componenti del Comitato.

"Il Comitato tecnico scientifico - dice Solinas - ha agito in un arco di tempo molto ristretto, e ha svolto in maniera encomiabile un lavoro di approfondimento estremamente gravoso, procedendo all'elaborazione di osservazioni riguardanti i trasporti, la radioprotezione, gli insediamenti antropici e gli aspetti paesaggistici e archeologici, geologici, geostrutturali, idrogeologici, le valenze agrarie e naturali del territorio sardo".

"L'intero territorio regionale - sottolinea - appare non idoneo ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, sia per l'aggravio di costi legati al trasporto via mare dei rifiuti stessi, che per i peculiari pericoli per l'ambiente marino e costiero, e per la popolazione, derivanti da potenziali incidenti durante le fasi di trasporto e stoccaggio".

Dalle analisi svolte, sono emersi elementi di natura geologica che confliggono con le risultanze dei documenti Sogin, in quanto tutte le aree individuate nella proposta di CNAPI sono caratterizzate dalla presenza di una falda acquifera superficiale di importanza strategica per il compendio agro-zootecnico, che costituisce la vocazione economica principale del territorio.

Il Comitato tecnico scientifico ha dunque valutato che tutte le 14 aree incluse nella proposta di CNAPI sono inidonee ad ospitare il Deposito Nazionale.

"Fin dal primo momento - ricorda Solinas - ho espresso, certo di interpretare anche il volere del Popolo Sardo che rappresento, la più assoluta contrarietà alla localizzazione del Deposito Nazionale in Sardegna, ricordando i sacrifici già imposti alla nostra Isola in nome della solidarietà nazionale. L'inclusione di 14 aree sarde nella proposta di CNAPI, peraltro, è avvenuta in palese spregio della chiara volontà popolare espressa con il Referendum consultivo svoltosi in Sardegna nelle giornate del 15 e 16 maggio 2011, quando oltre il 97% del Popolo Sardo si espresse in modo inequivocabile contro la possibilità di realizzare in Sardegna il Deposito".

"La Sardegna - prosegue - ha fatto da sempre, generosamente, la sua parte quando si è trattato di supportare la Nazione e di tollerare dei sacrifici in nome del bene comune del Paese. Sia sufficiente ricordare, in quanto dato obiettivo, riscontrabile e manifestamente sproporzionato, che circa il 65% di tutto il territorio nazionale asservito a scopi militari si trova in Sardegna. La nostra Regione ed il suo popolo sopportano, da soli, più della metà di questo peso, in nome della solidarietà nazionale".

"Al Deposito Nazionale, invece, opponiamo un 'no' irrevocabile", sottolinea il Presidente. "Di tale contrarietà occorre tenere debito conto, nell'ambito dell'esercizio discrezionale, ma vincolato a canoni di proporzionalità, ragionevolezza e buon andamento del potere pubblico".

"La nostra battaglia - conclude - non è terminata. Porteremo le ragioni della Sardegna al Seminario Nazionale cui parteciperanno, oltre ai Ministeri interessati e l'Agenzia AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica), le Regioni, le Province ed i Comuni sul cui territorio ricadono le aree interessate dalla proposta di CNAPI, nonché l'UPI, l'ANCI, le Associazioni degli Industriali delle Province interessate, le Associazioni sindacali maggiormente rappresentative sul territorio, le Università e gli Enti di ricerca. Ma la mobilitazione civile, pacifica e democratica deve proseguire, interessando tutte le articolazioni della società sarda in una stagione di unità e di profonda coesione nel nome e per il bene della Sardegna".

(Unioneonline/D)
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