È venuta in Sardegna con la promessa di un lavoro. L'ha avuto ma non era esattamente quello che si aspettava. Quando è arrivata a Cagliari, una donna nigeriana è stata costretta con le botte e le minacce a prostituirsi. Senza possibilità di ribellarsi se non a prezzo di violenze continue.

Una storia come tante sull'asse Nigeria-Italia, un percorso di schiavitù nato dalla povertà materiale e culturale.

Un giorno la donna è stata avvicinata da un gruppo d'ascolto della Caritas diocesana che offre assistenza alle prostitute. I volontari le hanno chiesto se avesse bisogno di aiuti e lei ha detto no. Loro hanno lasciato il loro numero di telefono: "Ci chiami se ha bisogno".

Qualche giorno dopo è stata picchiata per l'ennesima volta dal suo sfruttatore perché a fine serata non aveva portato a casa abbastanza soldi.

Ha chiamato quel numero ed ha chiesto aiuto. La Caritas gliel'ha dato: le ha fornito un alloggio in un posto sicuro e lei si è sentita protetta ed ha raccontato tutta la sua storia facendo arrestare il suo sfruttatore: Enoghayin Egharevba, 29enne di Edo State, in Nigeria.

Ora la donna potrà studiare e reinserirsi nella società anche grazie al permesso di soggiorno che ha ottenuto per aver denunciato il suo sfruttatore.
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