Nell’Isola contagi in aumento e Rt a 1.09, Solinas: “Serve responsabilità”
L’appello del presidente della Regione: “Cautela anche in vista della finale degli Europei”
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Decessi in sei giorni pari a zero, ma i nuovi casi di Covid in Sardegna aumentano. Solo oggi se ne sono registrati 51, un record per questo periodo (qui il bollettino).
Secondo la Fondazione Gimbe nell’Isola c'è stato un incremento del 22% dei nuovi positivi che ha superato la soglia delle 20 unità al giorno, mentre a giugno si era arrivati a numeri con una sola cifra. In parallelo l'indice di trasmissibilità R(t) è schizzato verso l'alto arrivando dallo 0.96 della settimana scorsa all'1.09 di oggi, il più alto in Italia insieme con l'Abruzzo, come si evince dall'ultimo monitoraggio Iss che inserisce la Sardegna tra le regioni a rischio moderato.
Gli ospedali intanto restano vuoti con percentuali di occupazione dei posti letto che vanno dallo 0% in terapia intensiva (un solo ricoverato in tutta l'Isola) al 2% nei reparti di medicina (33 pazienti).
LA REGIONE – La Regione Sardegna e l'Ats corrono ai ripari e approntano un piano straordinario per il tracciamento di casi Covid nelle località costiere a maggior afflusso dei turisti, partendo dalla Gallura per poi arrivare anche negli altri territori con migliaia di tamponi pronti all'uso: 2.500 test molecolari giornalieri.
Due i focolai che in questo momento generano preoccupazione: quello accertato a Usini, con 12 casi di variante indiana accertata, e quello a Ghilarza, dove però non sono stati ancora sequenziati i campioni per poter certificare che si tratti di variante Delta.
VACCINI – Sul fronte della campagna vaccinale la Sardegna continua a correre, con il superamento del milione e mezzo di dosi somministrate.
"Non dobbiamo commettere l'errore di pensare che la battaglia sia conclusa e che l'emergenza sia definitivamente alle spalle. Serve ancora il massimo impegno da parte di tutti e il rispetto delle misure anti-contagio", ha detto il presidente della Regione Christian Solinas.
"La circolazione delle varianti - prosegue il presidente - rappresenta una minaccia che non può essere sottovalutata”.
"Oggi la ripartenza è una realtà e tutta la Sardegna ha iniziato da settimane a muovere i primi passi in una nuova normalità, in un contesto epidemiologico estremamente favorevole raggiunto a costo di grandi sforzi”, ma “l'entusiasmo per aver ripreso in mano le nostre vite e la nostra socialità non può però portarci ad abbassare la guardia contro il virus, qualunque sia la circostanza".
Ecco perché, in vista della finale degli Europei di calcio: "Da tempo attendevamo di poter rivivere e condividere l'emozione per un grande evento sportivo, ma non dobbiamo dimenticare che il virus cammina sulle gambe delle persone. Evitare gli assembramenti, mantenere il distanziamento sociale e l'uso della mascherina, eventualmente anche all'aperto, rappresentano un modo responsabile di poter vivere questo appuntamento".
NIEDDU – "Abbiamo tutti il dovere di difendere gli importanti risultati raggiunti nel contrasto alla pandemia - aggiunge l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu - e per questo ognuno è chiamato a fare la propria parte. Le vaccinazioni proseguono senza sosta e la Sardegna oggi è fra le prime sette regioni per dosi somministrate tra quelle ricevute, all'89,7%, al di sopra della media nazionale. Nella giornata di ieri siamo stati la quarta regione per dosi somministrate ogni centomila abitanti dietro Lombardia, Campania e Lazio. La campagna di immunizzazione è la nostra arma più forte contro il Covid, ma non è l'unica. I comportamenti individuali possono ancora fare la differenza. Serve ancora uno sforzo se vogliamo impedire che il virus riprenda forza. La pressione sugli ospedali ormai è quasi azzerata, ma a preoccupare sono i focolai su cui è concentrata tutta la nostra attenzione".
(Unioneonline/D)