Migliaia di emigrati sardi a Natale non torneranno nell'Isola. Frenati dalle restrizioni del governo ma anche dal timore per la salute dei propri casi.

Gli spostamenti tra Regioni - fatti salvi i motivi di lavoro, necessità e salute oltre al ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione - sono vietati dal 21 dicembre al 6 gennaio. Tempo dunque fino al 20, sempre se si rientra nell'Isola da una Regione gialla, perché dalle rosse e arancioni gli spostamenti sono già vietati. A Natale, Santo Stefano e Capodanno c'è anche il divieto di spostamenti tra comuni. Mentre per chi vive all'estero, a seconda delle date di rientro e dei luoghi di provenienza, sono previste misure come obbligo di test negativo o quarantena, via via più rigide man mano che si avvicinano le feste.

"Sento gli amici sparsi per l'Italia, sono tutti molto combattuti", afferma Mattia Lilliu, responsabile della Fasi (Federazione dei circoli degli emigrati) giovani. "Da un lato c'è il desiderio di tornare, dall'altro frena il timore per la salute dei nostri cari e la selva di regole che richiede un'organizzazione non da poco. Non sarà un Natale come gli altri, io ho deciso di fare un sacrificio e non tornare in Sardegna. Vivo a Firenze, la Toscana per ora è zona arancione. La mia famiglia è a Las Plassas, sarà dura ma quest'anno per la prima volta da quanto ho lasciato l'Isola non trascorrerò le feste con loro".

Nell'Isola ci sono anche sindaci, come quello di Galtellì Santo Porcu, che hanno firmato ordinanze più severe, obbligando tutti coloro che rientrano fino al 15 gennaio a segnalare l'arrivo in paese, isolarsi per sei giorni e poi sottoporsi a test antigenico.

Walter Tocco, guspinese che vive e lavora in Lussemburgo, ha scritto una lettera al nostro giornale: "Sono padre di una bimba di 10 anni che risiede in Sardegna. Mi chiedo se la Regione abbia sollevato la questione emigrati con il governo, spiace vedere equiparata la situazione del lavoratore emigrato a quella di chi vuole andare a sciare".

Serafina Mascia, presidente della Fasi, vive a Padova: "Soffriamo tutti moltissimo, ognuno di noi ha parenti o amici colpiti dal virus e nei nostri circoli abbiamo pianto anche diversi morti. Prudenza e regole sono giustissime, ma sono necessarie anche delle deroghe agli spostamenti. Non per andare in vacanza, ma per raggiungere i nostri casi".

(Unioneonline)

***

https://www.unionesarda.it/sardi-nel-mondo

Potete inviare le vostre lettere, foto, video e notizie a isardinelmondo@unionesarda.it

© Riproduzione riservata