Tutti in lacrime. Paola Piras, il figlio maggiore Lorenzo, la nonna paterna e gli zii di Mirko Farci si sono lasciati andare a un pianto liberatorio dopo la lettura della sentenza che ha inflitto l'ergastolo a Masih Shahid, il 31enne pachistano che ha aggredito la ex compagna e ucciso Mirko, il figlio intervenuto per difenderla, il 21 maggio del 2021 a Tortolì.

Un momento molto toccante nell’aula della Corte d’assise di Cagliari, in contrasto con la reazione del condannato che – impassibile – è stato subito scortato dagli agenti penitenziari e trasferito nel carcere di Uta.

Né Paola Piras né i suoi familiari hanno voluto rilasciare commenti, così come tre dei quattro avvocati di parte civile. L’unico a parlare è stato Paolo Pilia, il legale che ha tutelato la donna vittima della brutale aggressione: «Giustizia è stata fatta ma non c'è niente da gioire. Mirko non c'è più, Paola si è salvata per miracolo ma è stata condannata alla sofferenza», le sue parole a caldo.

Federico Delitala, difensore di Shahid, è pronto al ricorso: «Aspetterò di leggere le motivazioni della sentenza ma certamente farò ricorso in appello. Per i giudici della Corte d'Assise è venuta a cadere l'aggravante dei maltrattamenti ma è rimasta la premeditazione contro cui mi sono battuto in questo processo e mi batterò nel secondo grado di giudizio».

Oltre all’ergastolo con quattro mesi di isolamento diurno, la Corte ha deciso anche una provvisionale di 150 mila euro per Paola Piras, 80 mila per ciascuno dei due fratelli di Mirko, 50 mila per la nonna paterna del ragazzo e 30 mila euro ciascuno per la zia materna, Stefania Piras, e per lo zio paterno, Roberto Farci. 

(Unioneonline/L)

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