Non basta cantare dai balconi, purtroppo non basta. Non basta più. Ma c'è una solidarietà silenziosa che non urla nelle notti più tragiche della storia d'Italia, che ha spinto un imprenditore sardo strappato alla sua terra e col cuore sempre qui a investire in speranza. A investire nella sua e nostra città. Lo ha fatto concretamente e non solo con le parole, perché quelle magari fanno bene al cuore ma non salvano la vita.

Grazie alla generosità di quest'uomo, entro la prima settimana di aprile arriveranno all'ospedale Santissima Trinità i primi ventilatori polmonari, indispensabili per gestire l'emergenza del Coronavirus. Macchinari preziosi, già collaudati e pronti a essere messi al servizio del personale sanitario e dei pazienti del presidio di via Is Mirrionis.

"Sarà l'ultimo tassello dell'iter portato avanti da me, che da tempo sono ormai in prima linea nel campo della cardioprotezione e della distribuzione dei defibrillatori, e dalla signora Alice Marracini, moglie del Direttore Sanitario", racconta Simona Buono, amministratore delegato di Ddd srl (Donne Distribuiscono Defibrillatori). "Insieme abbiamo posto le basi di un piccolo ponte che da Brescia regala una boccata d'ossigeno alla nostra Isola. Perché con un solo ventilatore polmonare si possono salvare cinquanta vite. Abbiamo lottato per averli, e faticato tanto, perché reperirli in un periodo come questo è quasi impossibile in tutta Europa. Noi ce l'abbiamo fatta, credendoci e lavorando duro. Poterli far arrivare nella nostra terra è un immenso regalo che non ha prezzo".

In questa guerra fatta di numeri, con la Sardegna troppo spesso dimenticata che ancora una volta rischia di pagare dazio per la sua insularità, è un sardo che mette in luce il senso di solidarietà che oggi più che mai serve. Gratifica il lavoro immenso e prezioso dei medici e infermieri e aiuta ad affrontare questa battaglia con più coraggio.
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