Come tornare in classe, nelle aule sarde, in tutta sicurezza dopo l'emergenza coronavirus? A questa domanda hanno fornito risposte e pareri gli stati generali della scuola convocati da Andrea Biancareddu, assessore regionale alla Pubblica istruzione.

All'assemblea sono state invitate tutte le organizzazioni sindacali, oltre ai Commissari Straordinari della Provincia di Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, l'Anci e la Città Metropolitana di Cagliari.

Numerosi sono stati gli interventi, così come le richieste sollevate, ad esempio sul dimensionamento, i precari, la dispersione scolastica, le Autonomie e anche i trasporti.

"Non è una battaglia di parte - ha detto Biancareddu - ma una battaglia di tutti. Questa è una partita che dobbiamo fare tutti insieme perché è difficile, inutile nasconderci o sostenere che non è nostra competenza. Lo Stato non può lavarsene le mani lasciandoci senza un soldo. Per la scuola la Regione farà la sua parte ma lo Stato non può darci le Linee guida all'ultimo momento e lasciarci senza sapere come e dove posiamo aprire".

La data fissata per la riapertura, il 14 settembre, "è domani, non tra un anno - ha aggiunto l'assessore - Non ci dicono come devono essere i banchi, se è sufficiente il distanziamento ipotizzato di 1 metro e ottanta. Quali scuole hanno gli spazi necessari e quali no. Spero che l'evolversi dell'epidemia sia positiva e che ci consenta di poter riaprire le scuole in tutta sicurezza".

I Commissari Straordinari delle Province hanno evidenziato proprio il problema sul distanziamento dei banchi, sottolineando come in molte zone esistano "classi pollaio" e in altre realtà, magari vicinissime, ci siano edifici pressoché abbandonati per colpa del Dimensionamento.

Mentre, quindi, si resta in attesa delle linee guida da parte del ministro Azzolina, è stata riconvocata per martedì prossimo una nuova riunione al fine di trovare una unità di intenti in vista della riapertura e dell'ingresso a scuola di 200mila studenti sardi.

(Unioneonline/s.s.)
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