Per tutti era “il signor Enel”. Da 34 anni. Ora Andrea Santucci, classe 1958, va in pensione. Ma dietro a questo soprannome diventato quasi una firma c’è un uomo che ha saputo attraversare con equilibrio e passione mondi diversi – dall’energia alla politica, dalla cultura all’avvocatura – restando sempre fedele a uno stile sobrio e profondamente umano.

Nato e cresciuto a Cagliari, Santucci è entrato in Enel nel 1991 a 33 anni: laurea in giurisprudenza, esperienza nell’Ordine dei Medici nell’ufficio legale, una parentesi da libero professionista e perfino la gestione di uno studio radiologico.

Poi l’approdo al colosso dell’energia, dove inizia con gli affari sindacali, per poi spostarsi alle risorse umane, all’ufficio legale e infine agli affari istituzionali.

«L’Enel è molto cambiata e in meglio», racconta con orgoglio. «Si guardano i risultati, ma anche la crescita delle persone. Il settore è competitivo e anche noi abbiamo dovuto distinguere e specializzare le attività. È stata una sfida continua, ma stimolante».

Negli anni Santucci ha affiancato alla vita professionale anche esperienze pubbliche: eletto nella prima consiliatura comunale con il sindaco Mariano Delogu, tra il 1998 e il 2002 ha fatto parte anche del Consiglio di Amministrazione del Teatro Lirico di Cagliari. «Due esperienze nuove e bellissime. Dalle novità si impara sempre qualcosa», ricorda.

Di momenti indimenticabili ce ne sono tanti, anche quelli meno visibili: come quella notte, una decina d’anni fa, quando un problema tecnico al centro stampa dell’Unione Sarda lo ha portato sul posto alle due del mattino con tutta la squadra tecnica, per risolvere il guasto prima dell’alba. «Perché il lavoro va rispettato. E va rispettato chi ci lavora».

Ora lo aspetta un po’ di silenzio. E di meritato riposo. «Se mi mancherà il lavoro? Ci penserò a ottobre… Per ora stacchiamo la spina. Ma all’Enel devo dire grazie: mi ha permesso di vivere con dignità, mi ha dato sempre gli strumenti per crescere e migliorare e questo vale tutto».

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