Col solstizio d’estate riparte ufficialmente la stagione turistica in Sardegna. C’è fiducia tra gli operatori: tra il calo dei contagi e i progressi della campagna vaccinale, quest’anno si apre e non si richiude.

Lo ha detto anche il ministro Massimo Garavaglia: "L'anno scorso abbiamo lavorato più o meno in estate ma poi abbiamo tirato giù la saracinesca: quest'anno no, si va avanti”. Tanto da poter annunciare che “i dati precovid ritorneranno nel 2022 e non nel ‘23 e ‘24 come si prevedeva all'inizio dell'anno”.

A luglio e agosto saranno i turisti italiani i protagonisti: l'anno scorso i 6 milioni di visitatori giunti nell'Isola erano quasi tutti italiani, così sarà più o meno anche quest'anno con la differenza che si conta di aggiungerne altri 4 milioni.

"Siamo ottimisti – dice Paolo Manca di Federalberghi –. Oggi per luglio abbiamo già il 35% delle prenotazioni e il 45% per agosto, ma sono fiducioso che sulla seconda metà di questi mesi si riescano a fare numeri da stagione normale. Diciamo che siamo sulla strada giusta, grazie anche a chiarezza e informazioni”.

Lo sbarco del green pass in Italia è una misura che rassicura tutti e  i pronostici stanno cambiando anche sugli stranieri: “Timidamente”, dicono gli analisti, cominciano ad affacciarsi sul mercato delle vacanze sarde. Maurizio Battelli, presidente di Extra, associazione cui aderiscono 700 soci in rappresentanza delle circa 5mila strutture ricettive diverse dagli alberghi: “Le prenotazioni stanno cominciando a muoversi anche dal mercato estero, col green pass in arrivo, c'è un bel traffico anche sui portali: non siamo ancora ai livelli del 2019 ma alla prossima stagione ci arriveremo”. 

NO AL LIBERI TUTTI – L’ottimismo non manca neppure tra medici e virologi, ma a frenare un eccessivo entusiasmo stanno contribuendo alcuni fattori collaterali tra cui l'ultima variante del coronavirus, la Delta.

"Abbassare la guardia sarebbe un errore – dicono sia l'epidemiologo dall'Aou di Sassari Giovanni Sotgiu, che il docente di Igiene, Paolo Castiglia -. Troppe incognite potrebbero infatti far ripartire i contagi e vanificare tutti gli sforzi fatti”.

La comunità scientifica resta favorevole alla decisione di eliminare l'obbligo dell'uso della mascherina nei luoghi all'aperto dai primi di luglio, o addirittura a fine giugno: "La data di inizio deve essere vincolata al tasso di vaccinazioni – conferma Castiglia –, ma non può certo non tenere conto dei livelli di assembramento anche negli spazi all'aperto. In strade o spiagge poco frequentate non ha ormai senso usare la mascherine, ma il discorso cambia in situazioni più caotiche. Non scordiamoci infatti che stiamo per aprire le porte a migliaia di turisti che non saranno tracciati e che potenzialmente potrebbero essere un rischio per la nostra salute – prosegue il professore –, motivo più che sufficiente per raccomandare l'uso delle mascherine anche in spazi all'aperto quando i distanziamenti vengono meno”. 

(Unioneonline)

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