Trentatré persone nei guai con l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti tra la Lombardia e la Sardegna.

E' il bilancio dell'operazione Dama condotta dai carabinieri di Cagliari, Nuoro e Bergamo e coordinata dalla Procura del capoluogo sardo.

Le indagini hanno permesso di sgominare due diversi gruppi criminali dediti al narcotraffico.

Il primo aveva come base il quartiere di Sant'Elia e, scrivono gli investigatori, era "capace di gestire una delle piazze di spaccio di eroina e cocaina, più importanti del capoluogo, attraverso una rigida organizzazione gerarchica tra capi piazza, pusher e vedette in grado di produrre un volume d'affari di un milione di euro al mese".

Un gruppo criminale, aggiungono gli investigatori, "particolarmente violento, che non esitava a imporre la propria presenza tra i palazzi popolari costringendo con la forza inermi residenti a fornire le proprie abitazioni per dare rifugio ai pusher in occasione dei controlli delle forze dell'ordine".

Ancora, sottolineano gli inquirenti, "un ruolo apicale nell'organizzazione veniva ricoperto da alcune donne, compagne di esponenti di vertice del sodalizio, le quali non solo condividevano le scelte criminali dei propri compagni ma fornivano un qualificato contributo nell’organizzazione dei turni di vedetta o nella spartizione dei proventi delle attività di spaccio".

L'organizzazione, sottolinea la Procura, avrebbe avuto anche contatti con la 'ndrangheta nella provincia di Milano.

Il secondo sodalizio criminale era invece specializzato nel traffico di cocaina tra la provincia di Bergamo e l'Isola: la droga (circa 7 chili al mese) veniva portata nell'Isola all'interno di auto dotate di doppiofondo da una coppia di Bergamo, che si presentava, con tanto di figli minorenni, in Sardegna, come una qualunque famigliola in vacanza.

Nel corso delle indagini i militari hanno recuperato e sequestrato 11 chili di cocaina pura e accertato importazioni di altri 30 chili di sostanze proibite, con i quali sarebbero state confezionate oltre 180mila dosi destinate allo smercio al dettaglio.

Delle persone coinvolte nell'inchiesta 18 sono finite in carcere e 10 ai domiciliari, mentre alle restanti 5 è stato imposto l'obbligo di firma.

I SOLDI E LE ARMI - Gli affiliati ai due gruppi criminali, secondo gli inquirenti, avevano in casa anche ingenti somme di denaro e armi. Nel corso delle perquisizioni portate a termine a Cagliari, nel Medio Campidano, nel Nuorese e nella provincia di Bergamo sono stati sequestrati 150mila euro, quattromila dollari e 12mila sterline in contanti.

Sotto chiave anche un fucile a canne mozze e una pistola semiautomatica dotata di silenziatore, oltre che numerose munizioni di vario calibro. Per consentire il blitz in sicurezza e le successive perquisizioni sono entrati in azione oltre 200 uomini. In azione, insieme ai militari del Ros, i carabinieri dei Comandi Provinciali di Cagliari, Nuoro e Bergamo, i "Cacciatori Sardegna", il 9/o Battaglione Sardegna, l'11/o Nucleo Elicotteri di Elmas e le unità cinofile.

(Unioneonline/l.f.-D)

***

L'INTERVISTA (di Andrea Piras)

IL SERVIZIO DEL TG DI VIDEOLINA

© Riproduzione riservata