Avvelenati, colpiti da una rosa di piombo o dal pallino partito da un fucile. Accade anche di peggio. Capita, per esempio, che un cane venga centrato dalla freccia di una balestra, che un gatto venga cosparso di benzina e lasciato correre disperato mentre le fiamme divorano la sua pelliccia, s'infilano sotto la pelle e provocano terribili sofferenze.

LA RABBIA - C'era un tempo in cui scaricare rabbia e frustrazione sugli animali era una sorta di ginnastica quotidiana per la bestia-uomo. Così, almeno, raccontavano le statistiche. Ancora oggi, però, fattacci simili sono tutt'altro che finiti. Perché nella bacheca degli orrori, dove l'elenco dei misfatti e della violenza su animali domestici e selvatici non accenna a ridursi, ai responsabili di tali efferatezze non manca la fantasia. Tanto meno la crudeltà. La cronaca racconta di cani legati e trascinati da un'auto in corsa, di fil di ferro a stringere i genitali, di lacci e collari così stretti da infilarsi nella carne. Ne sanno qualcosa i veterinari che nell'area vasta gestiscono ambulatori e cliniche.

IN CLINICA - Marco Puddu è il titolare della San Giuseppe, la clinica che gestisce, per conto della Città metropolitana, il servizio di primo soccorso degli animali in difficoltà. Più che cani e gatti, il pianeta della violenza assurda e inspiegabile se non con i manuali di psichiatria. "Il ventaglio delle crudeltà è ampio", avverte il veterinario. "Recentemente ci hanno portato un meticcio completamente ricoperto di vischio. Stia pur certo che quel cane non era finito in un cespuglio cosparso di questa sostanza per catturare cardellini ma qualche buontempone aveva pensato bene di spalmare il vischio su dorso, zampe e muso".

Fido, così come i mici vagabondi (adulti o piccoli fa poca differenza), sono un bersaglio per fucilieri provetti. "L'ultima vittima è stato un maremmano cui la fucilata ha portato via mezzo ginocchio. L'abbiamo operato, si è ripreso. Così come tanti altri feriti dai pallini", racconta Puddu. "La violenza riguarda anche i selvatici. I rapaci feriti dalle fucilate sono numerosi, così come quelli avvelenati", racconta Mauro Cavallo, medico della clinica specializzato in falchi, piane e astori.

IL DOLORE - Le cure veterinarie mettono fine alle sofferenze fisiche ma non risparmiano agli animali vittime delle sevizie il dolore per il tradimento del padrone. Perché a infierire sono a volte gli stessi proprietari. "La casistica è terribile", spiega Roberto Chinarello, proprietario del Dog Hotel, canile convenzionato col Comune di Cagliari e molti altri centri dell'hinterland. "Abbiamo ospitato parecchi animali denutriti o malati per le mancanze di cure adeguate, cani lacerati da morsi, risultato di combattimenti organizzati: per lo più sono molossoidi, anche se non mancano gli animali feriti durante scontri occasionali perché aizzati dagli stessi proprietari. Abbiamo curato un maremmano finito nel laccio dei bracconieri: il cavetto d'acciaio era penetrato nel collo".

I MORSI - Era reduce di un combattimento anche il pitbull assistito recentemente nel canile comunale. "Aveva evidenti ferite provocate nello scontro con un altro cane ma anche i segni delle percosse inferte per renderlo ancor più aggressivo", ricorda la veterinaria e direttrice dell'impianto di via Po, Gianna Coppa. "È stato portato anche un cane con profonde lacerazioni sul collo per via del collare troppo stretto. Paradossalmente anche il troppo amore provoca sofferenze. Il passo dalla denutrizione all'abuso di alimentazione è breve. Se poi l'ipernutrimento riguarda alimenti controindicati, i danni sono presto fatti".

Andrea Piras

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