"Ero Tamara, ora sono Thomas", il difficile cammino di un cagliaritano
Dal 7 settembre è Thomas, non solo nella vita ma anche sulla carta. Di Tamara resta ben poco dopo 25 anni. E ora che il suo corpo rispecchia la sua identità, Thomas racconta il cammino lungo e difficile, ma necessario, per diventare quello che si è sempre sentito di essere.
E’ uno dei pazienti del Servizio assistenziale sui disturbi dell’identità di genere dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, unico riferimento in Sardegna. Il prossimo traguardo per Thomas è l’intervento chirurgico, dopo il via libera dei giudici e dell’équipe medica.
«Già a sei anni percepivo le differenze con gli altri bambini: non mi chiedevo cosa fossi ma semplicemente come sarei voluto essere. E nel mio piccolo facevo di tutto per essere quel che mi sentivo, per esempio dirottando mia madre dal barbiere per avere un taglio da maschietto o portandola nel reparto “bimbo” per acquistare un vestito. Non erano le Barbie che volevo, piuttosto un pallone per regalo e mi divertivo di più a giocare con i maschi, trucchi e balletti non facevano per me. È con l'adolescenza che tutto si complica: continuavo a comportarmi da maschio, resistendo finché ho potuto in quella condizione, sicuro però che non sarebbe mai arrivato il giorno in cui avrei smesso di fare il maschiaccio, come la mia famiglia avrebbe magari sperato». PRIMO Oggi Thomas confessa di essere un ragazzo sereno, soprattutto da quando i giudici hanno pronunciato quel sì con una sentenza che lo autorizzava a cambiare generalità, penultimo step prima di sottoporsi all'intervento chirurgico.