Sarà la posizione geografica o il suo essere un'isola nel cuore del Mediterraneo. O forse la sua storia e la sua antica gente: centenaria, spigolosa ma schietta e ospitale. Qualunque sia il suo segreto, una cosa è certa: la terra dei Cannonau come dei Vermentini, del Carignano e della Vernaccia, la culla del Cagnulari, dei Bovali, del Nuragus e del Semidano (solo per fare un esempio), fa gola. Piace, interessa, incuriosisce. Cattura. E proprio questo Effetto Sardegna nei sogni e nei pensieri dei viaggiatori wine lover internazionali, è alla base del progetto di ospitare nell'Isola uno dei concorsi enologici più quotati al mondo, il Concorso Mondiale di Bruxelles. Il press tour Forse non è stato un caso che Karin Meriot, responsabile Italia nel Concorso Mondiale di Bruxelles, ai primi di ottobre fosse nell'Isola con giornalisti e blogger arrivati da tutto il pianeta per vivere questa sana febbre di Sardegna.

Karin Meriot (Foto R.Ripa)
Karin Meriot (Foto R.Ripa)
Karin Meriot (Foto R.Ripa)

Cinque giorni alla scoperta del Sulcis e del suo vitigno principe, il Carignano. Un progetto voluto e organizzato da Laore in collaborazione con il Consorzio di tutela del Carignano del Sulcis doc. Giornalisti di Russia, Stati Uniti, Giappone, Cina, Francia, Germania e Regno Unito hanno avuto modo di entrare in contatto con produttori e cantine, visitare vigneti e degustare i piatti dell'eccellenza gastronomica sarda oltre a scoprire i siti di interesse storico e culturale del territorio. «È stata un'importante esperienza, realizzata grazie alla collaborazione del Consorzio di tutela del Carignano e del suo presidente Antonello Pilloni - ha spiegato Renzo Peretto, organizzatore del progetto e dirigente comparto vitivinicolo Laore. «Un'occasione unica per promuovere il Sulcis e il suo Carignano nei diversi Paesi del mondo attraverso i reportage realizzati dai giornalisti delle importanti testate estere». Un viaggio alla scoperta di Santadi, naturalmente, dove sorge la premiata Cantina sociale fondata nel 1960 e presieduta dal dinamico Antonello Pilloni, 85 anni. Fu lui che intorno agli anni Settanta chiamò un enologo di fama internazionale come Giacomo Tachis per valorizzare il Carignano. Un vitigno coltivato ad alberello, nel rispetto della tradizione, e in massima parte a piede franco. Non solo Santadi, visita di grande interesse a Carbonia e Sant'Antioco con tappa alla cantina Sardus Pater. Per concludere il tour nell'azienda vitivinicola di Mesa a Sant'Anna Arresi.

Karin Meriot (a destra) e Carrie Dykes tra le vigne a Porto Pino (foto Meriot)
Karin Meriot (a destra) e Carrie Dykes tra le vigne a Porto Pino (foto Meriot)
Karin Meriot (a destra) e Carrie Dykes tra le vigne a Porto Pino (foto Meriot)

Il CMB - La Sardegna ha dunque tutte le carte in regola per ospitare un'edizione del CMB, l'importante concorso enologico internazionale che quest'anno si svolgerà a Brno, nella Repubblica Ceca, dal primo al 3 maggio 2020 presso il centro fieristico nel cuore della Moravia del Sud, la più importante regione viticola del Paese. A fine ottobre sono state aperte le iscrizioni online al concorso (https://concoursmondial.com/it/iscrizioni/) e come per ogni edizione anche quest'anno la presenza delle etichette sarde si annuncia numerosa e ben agguerrita. Carlo Dugo, 52 anni, Italian ambassador del Concorso Mondiale di Bruxelles, è uno dei circa 400 giudici internazionali chiamati a valutare gli oltre 9 mila vini che ogni anno arrivano da tutto il mondo. Nel 2016 ha ricevuto il premio "People of the Year 2016" da parte della rivista "Luxury Free Time" per i suoi meriti di diffusione delle eccellenze italiane nel settore della gastronomia e del vino. «Siamo giunti alla 27esima edizioni e il Concorso Mondiale di Bruxelles ha saputo conservare i valori originari con un'attenta selezione dei curricula dei degustatori chiamati in rappresentanza di 54 nazioni, tra cui buyer, distributori, enologi, giornalisti, rappresentanti di istituzioni pubbliche».

Lino Cani, direttore generale Cantina di Santadi (foto archivio L'Unione Sarda)
Lino Cani, direttore generale Cantina di Santadi (foto archivio L'Unione Sarda)
Lino Cani, direttore generale Cantina di Santadi (foto archivio L'Unione Sarda)

Non solo. «Il CMB assicura condizioni di analisi e valutazioni ottimali con un massimo di 50 campioni degustati durante ogni sessione, ciò per non alterare le condizioni organolettiche dei degustatori». Il Concorso è considerato «il punto di riferimento nel panorama internazionale del vino, in grado di indirizzare con i propri degustatori le scelte di ciò che sarà più apprezzato dai consumatori negli anni a venire. L'Isola «La Sardegna - continua Dugo - vanto dell'Italia intera, ha a disposizione numerose attrattive da sottoporre al circuito internazionale del vino, basti pensare al turismo non soltanto vacanziero ma anche enogastronomico. A maggior ragione per i produttori il CMB diventa una vetrina importante per posizionare le loro eccellenze nel mondo e contestualmente far conoscere un territorio ancora non totalmente inflazionato». L'auspicio è che presto anche l'Isola possa accogliere il Concorso mondiale itinerante. Sarebbe una vetrina impagabile per la Sardegna per i vignaioli dell'antica Terra del vino.
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