La comunità gay dell'Isola pronta a scendere in piazza per rivendicare rispetto e uguaglianza.

È in programma sabato prossimo, 7 luglio, a Cagliari, il "Sardegna Pride", manifestazione dedicata all'orgoglio Lgbt isolano.

Alla vigilia dell'evento, L'Unione Sarda.it ha intervistato Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico e promotrice della storica legge sulle unioni civili approvata dal Parlamento nel 2016, sotto il governo Renzi.

Un'occasione per parlare di diritti, famiglie arcobaleno, omofobia e anche del futuro del suo partito, uscito sconfitto alle ultime elezioni o ora in cerca di una nuova identità.

Sabato ci sarà il Sardegna Pride. Manifestazioni analoghe si sono tenute in altre regioni. I detrattori sostengono che siano solo folklore, occasioni per ostentare eccessi o addirittura carnevalate. Cosa ne pensa?

"Folklore? Sinceramente a Pontida ho visto molti più eccessi e carnevalate: gente con la parrucca verde, elmi con le corna da vichingo, qualcuno sfoggiava pure travestimenti celtici. Perché non si guarda con ilarità e sospetto anche loro? Pride significa orgoglio. Ed è giusto che chi è stato sempre escluso dalle tutele dell’ordinamento giuridico scenda in piazza a manifestare e a rivendicare quell’orgoglio. In Italia, fino a due anni fa, prima della legge sulle unioni civili, migliaia di persone non potevano godere di determinati diritti. Questo può far sorridere o disgustare solo chi non ha la minima idea di cosa si provi a essere discriminati solo e soltanto a causa della cosa più bella che ci sia, l’amore".

Il ministro Fontana ha detto che le famiglie arcobaleno non esistono; gli alleati sostengono che parlava a titolo personale. Caso rientrato?

"Nient’affatto. Chi ricopre una carica istituzionale deve assumersi la piena responsabilità di ciò che dice e ciò che fa. Invece, nell'attuale governo e nell'attuale maggioranza qualcuno spara una cosa che puntualmente qualcun altro smentisce o ridimensiona. Sembra il gioco delle tre carte. Dovrebbero far pace con il cervello".

C’è il contratto di governo...

"Lascio valutare agli italiani il fatto che gente che ha assunto incarichi di rilievo costituzionale e che dovrebbe agire in piena autonomia debba invece sottostare a vincoli contrattuali.

Penso anche e soprattutto ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che addirittura hanno firmato accordi con un’azienda privata con tanto di penali. Possono dirsi persone veramente libere che agiscono nel pieno interesse del Paese? Io non penso".

La gioia in Parlamento, dopo l'approvazione della legge
La gioia in Parlamento, dopo l'approvazione della legge
La gioia in Parlamento, dopo l'approvazione della legge

Pensa che la sua legge possa essere smantellata?

"Nei punti cardine credo proprio di no. Innanzitutto perché è pienamente fondata sugli articoli 2 e 3 della Costituzione. In secondo luogo perché risponde a una sollecitazione arrivata proprio dalla Corte costituzionale, che nella sentenza 138 del 2010 invitava il legislatore a intervenire 'con estrema sollecitudine' per dare riconoscimento alle coppie dello stesso sesso. E così abbiamo fatto. Senza contare che cancellarla causerebbe infiniti ricorsi. Il mio timore, caso mai, è un altro...".

Ovvero?

"Temo che la legge possa essere colpita nelle singole parti. Penso ad esempio alle pensioni di reversibilità. Non è da escludere che nei prossimi mesi possano essere proposti emendamenti per eliminarle, in ossequio alle posizioni di quelli che in passato ho definito 'medievali' e che credono che l'Inps possa andare in rovina per le tutele pensionistiche previste dalla legge sulle unioni civili. Su questo non sono affatto tranquilla. Ma sono pronta a fare strenua opposizione".

Nel 2016 avete lasciato fuori la stepchild adoption. Cosa avrebbe voluto inserire nel testo? Cos'altro renderebbe la legislazione in materia di unioni civili perfetta?

"L'ideale sarebbe il matrimonio egualitario. Le unioni civili sono una sorta di istituto parallelo di secondo livello. Ma è un inizio. In tutti i Paesi europei, Francia, Inghilterra, Germania, si è cominciato con le unioni civili. Poi, quando si è capito che se si concedono diritti non piovono rane, non arrivano le cavallette e nemmeno gli tsunami, ecco che si è trovato il coraggio di fare il passo successivo: i matrimoni egualitari. Nozze per tutti, adozioni per tutti. Questo è l’obiettivo. Un giorno ci arriveremo. Forse non in questa legislatura. Ma quando avremo governi più liberi e laici senza dubbio".

La senatrice a Napoli celebra un'unione civile
La senatrice a Napoli celebra un'unione civile
La senatrice a Napoli celebra un'unione civile

Ritiene che l’Italia sia un Paese omofobo?

"Non è possibile stabilirlo a priori. Occorre fare uno screening della popolazione. Le persone omofobe in Italia sono quelle di una certa età, i conservatori, quelli vicini alla destra o all'estrema destra, generalmente di cultura ultracattolica. E poi ci sono le persone più giovani, più aperte e tolleranti. Che viaggiano, vanno in Erasmus, che intessono relazioni sociali, che diventano cittadini del mondo e imparano l’importanza della diversità e soprattutto dell’uguaglianza. Sono loro la nostra speranza".

Si parla di personaggi famosi restii a dichiarare la propria omosessualità. E si pensa che se un vip, cantante o calciatore ad esempio, facesse outing spingerebbe altri a uscire allo scoperto. D’altro canto, c’è la privacy. Lei come la pensa?

"Credo che ciascuno abbia diritto alla propria privacy. Anche i personaggi famosi, che non devono essere costretti per forza a rivelare cosa fanno sotto le lenzuola. L'omofobia nella società non si combatte così, ma solo costruendo una società più libera, laica e inclusiva a partire dalla vita di tutti i giorni. Smettendo, ad esempio, di darsi di gomito quando due ragazzi si baciano o due ragazze si tengono per mano. Piccole cose, che possono abbattere i pregiudizi. E poi non dimentichiamoci degli haters...”.

Quelli che offendono sui social?

"È un fenomeno che purtroppo esiste e prende sempre più piede. E non tutti sono in grado di sopportare di essere bersagliati solo per aver espresso un pensiero. Io ne ho purtroppo esperienza quotidiana. Gente che mi attacca e offende in ogni modo per le mie convinzioni. Ma ho le spalle grosse. E anche i miei figli sono preparati e così mio marito, che mi appoggia in tutte le mie battaglie. Ma non per tutti è così. Dunque, chi non se la sente di esporsi non è da biasimare. Ripeto: l'omofobia si deve combattere in altri modi”.

A Roma, durante una manifestazione per i diritti arcobaleno
A Roma, durante una manifestazione per i diritti arcobaleno
A Roma, durante una manifestazione per i diritti arcobaleno

Una domanda sul Partito democratico: quale futuro?

"Il Pd potrà tornare al governo se riuscirà a riorganizzarsi e a dimostrare di essere in grado di fare una solida e convinta opposizione a questo governo, che reputo pericoloso. Ma tutti i componenti della classe dirigente devono essere in prima linea, ogni giorno, in Parlamento, nelle commissioni, sui social, tra la gente. Dobbiamo farlo tutti. Presto, poi, avremo il congresso. E servono anche facce nuove...”.

Ipotesi sulla leadership?

"Fosse per me sceglierei Nicola Zingaretti domani mattina".

Una donna?

"Se ne parla, perché no?".

Lei?

"Sono un cane da branco, vado dove va il branco. Se il partito chiama sono a disposizione".

Che rapporto ha con la Sardegna?

"Un rapporto profondo. L’ho girata in lungo e in largo, via mare e via terra. Due anni fa ho avuto il piacere di presenziare alla prima unione civile celebrata nell’Isola, a Sassari, su invito del sindaco. E sono molto legata alla Sardegna delle tradizioni, quelle vere, radicate. È una terra che amo, anche per il grande contributo che è sempre riuscita a dare alla sinistra italiana. Per questo spero che il Pd sardo riesca presto a superare il periodo difficile che sta attraversando".

Fra qualche mese ci saranno le regionali. Farà campagna elettorale nell’Isola?

"Come ho detto, io sono a disposizione del partito. E sono battagliera: ovunque mi chiamino per dare un contributo, vado volentieri".

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)

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IL SARDEGNA PRIDE:

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