Si è lamentata con gli infermieri. Inutilmente. Alla fine, esasperata, ha deciso di immortalare quello che vedeva per renderlo pubblico. Anna ha trascorso tantissimo tempo nel reparto di Oncologia medica del Businco dove era ricoverata la madre (morta pochi giorni fa). E non si è mai rassegnata alla brutta abitudine di alcuni pazienti che fumano nella parte finale dei corridoi, vicino alle uscite di sicurezza.

IL RACCONTO - Anna non poteva certo accettare che la madre, con poco tempo ancora da vivere, fosse costretta a sopportare l'odore del fumo. «Ma racconto queste cose», ha puntualizzato quando l'anziana donna era una paziente del Businco, «per tutelare tutti quegli ammalati che, ogni giorno, lottano per la loro vita». Le sue proteste in reparto non sono servite a niente: le spiegavano che quell'odore di fumo non veniva dalle sigarette fumate nei corridoi ma dai filtri d'aria sporchi che lasciano entrare i cattivi odori da fuori. E lei, smartphone in mano, ha testimoniato con le immagini la presenza di queste estemporanee "sale fumatori".

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IL CONTROLLO - Brutte abitudini che si perpetrano lontane da occhi indiscreti: di mattina i due corridoi sono lindi, l'odore di fumo si sente soltanto nelle trombe delle scale (dove, per altro, campeggia un cartello di divieto). Ma basta scambiare due chiacchiere qua e là per scoprire che in tanti sanno quello che accade: nessuna denuncia pubblica, i dipendenti sanno bene che è vietato rilasciare dichiarazioni. A mezza voce, però, ammettono il problema: ormai sono pochi i medici con il vizio del fumo, gli schiavi del tabacco sono tra gli infermieri. Non solo tra loro, a dire il vero: anche alcuni pazienti fumano. Ma c'è una differenza: mentre gli operatori usano i corridoi e le uscite di sicurezza, i malati vanno nella scale. Tutti luoghi nei quali non arriva l'occhio elettronico delle telecamere antifumo (opportunamente segnalati nelle mappe di sicurezza).

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IL PIAZZALE - Una situazione insopportabile in qualunque ospedale. Ancora più insopportabile in luogo in cui si curano le patologie causate dalle sigarette. «L'intera struttura», sostiene un medico del Businco, «dovrebbe diventare no smoking area , compresi i giardini e i parcheggi: sarebbe un importante segnale culturale». Un sogno, anzi un'utopia: davanti all'ingresso a ogni ora del giorno c'è un tappeto di cicche. E centinaia di mozziconi sono sparsi in tutti gli spazi all'aperto. Perché tanti fumatori, oltre a non mostrare attenzione alla propria salute, sono incivili.

Marcello Cocco

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