Docenti e ricercatori in scioperoIl caso degli atenei sardi
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Docenti universitari e ricercatori in rivolta in tutta Italia per il blocco che da cinque anni frena gli scatti salariali, ma questa volta la protesta non si fermerà all'invettiva e colpirà anche il mondo degli studenti facendo saltare la prima sessione di appelli degli esami.
Una forma di protesta più che simbolica decisa dal "Movimento per la Dignità della Docenza universitaria" - associazione spontanea di ricercatori e professori di tutte le maggiori università italiane - che provocherà lo slittamento degli esami dal 28 agosto al 31 ottobre, ultima sessione utile per l'anno accademico 2016/2017, anche se l'astensione durerà al massimo 24 ore e non creerà disagi all'attività didattica, né alle sedute di laurea e ai test d'ingresso dei corsi a numero chiuso.
Abbiamo contattato il rettore dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo, che ha commentato così la vicenda: "Questa protesta è soltanto la punta di un iceberg di un sistema - quello dell’istruzione - troppo sottovalutato in Italia, e di conseguenza anche sottodimensionato dal punto di vista degli stipendi, dal personale tecnico-amministrativo fino ai docenti. Essere trattati in modo discriminatorio rispetto al resto del pubblico impiego, in cui gli scatti stipendiali sono stati riavviati, è davvero incomprensibile. La base del ragionamento è il riconoscimento della dignità del lavoro svolto e quindi dell’importanza della nostra attività per la crescita della società. Il significato più ampio finisce per penalizzare soprattutto i colleghi piu giovani, con il rischio – purtroppo evidente e scontato - di fare andare via i piu bravi: non si capisce perché il nostro sistema sia destinato a perdere queste persone".
Mentre l'addetto stampa dell'ateneo di Sassari ci fa sapere che ancora non sono pervenuti comunicati ufficiali di adesione da parte dei docenti.
Il braccio di ferro tra corpo docenti, ricercatori e Governo in merito agli scatti salariali risale al maggio 2010, quando l'esecutivo a guida Silvio Berlusconi bloccò gli scatti di tutto il personale statale per il triennio successivo - poi prorogato dai governi che si sono susseguiti - per far rientrare la spesa pubblica.
Ora il Movimento per la Dignità della Docenza universitaria chiede che "vengano sbloccati gli scatti stipendiali relativi al quadriennio 2011/2015, a partire dal primo gennaio del 2015, anziché com'è attualmente, dal primo gennaio 2016" e nell'appello lanciato in questi giorni al personale docente definisce questa come "l'occasione irripetibile per rimettere la dignità dei docenti universitari al primo posto".
Barbara Miccolupi