"Guardi, non posso parlare molto perché c'è un'indagine in corso, però una cosa la voglio dire: quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Né tantomeno un parere positivo all'idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui, come Comitato, ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull'isola. Io parlavo solo a titolo personale".

Così, questa mattina, Stefano Vella del Cts sardo raggiunto al telefono dal quotidiano "la Repubblica" e come riportato sul sito web della testata.

E sul fatto che sulla email ci sia una sorta di approvazione, seppur a titolo personale, chiarisce: "Ho dato l'ok solo al testo dell'ordinanza che mi è stata mandata in extremis, senza che fosse stato mai convocato il Cts. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire. L'ho fatto perché, fermo restando la nostra opposizione alla riapertura, la bozza recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa".

Sul passaggio controverso, che recita "è inevitabile e necessario che riaprano", Vella spiega a Repubblica: "Intendevo dire che per loro, come mi avevano fatto capire esplicitamente, era inevitabile e necessario riaprirle. Per loro, non certo per noi".

"Nella mail scrivo che avevo parlato col professor Sotgiu – l’ultimo dettaglio - ma in realtà lui non era riuscito neanche a leggere la bozza dell'ordinanza. Però alcune delle indicazioni inserite per ridurre il danno erano tratte da sue precedenti osservazioni".

(Unioneonline/v.l.)
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