Rischiano il totale isolamento le detenute nelle carceri sarde che, per l'assenza di un reparto di osservazione psichiatrica negli istituti penitenziari, sono costrette al trasferimento.

A lanciare l'allarme è Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme" che parte dal caso di una 35enne trasferita a Barcellona Pozzo di Gotto per effettuare un mese di osservazione psichiatrica disposto dal Tribunale di Cagliari per un eventuale pronunciamento di incompatibilità alla detenzione.

"In Sardegna - spiega Caligaris - assistiamo troppo spesso a situazioni paradossali che mettono in crisi anche la magistratura. Sono stati infatti realizzati quattro nuovi istituti penitenziari con un notevole investimento ma non sono stati dotati dei necessari strumenti per una diagnosi psichiatrica al femminile. In particolare sono state costruite ex novo due Case Circondariali, a Cagliari-Uta e a Sassari-Bancali, dove sono state trasferite le detenute, prima ospiti anche di Nuoro e Oristano. Si tratta complessivamente di 41 donne su 2189 detenuti che dispongono solo di una sezione femminile senza centro clinico. L'assenza di celle collocate in un'area apposita per la valutazione psichiatrica comporta l'impossibilità da parte dei Magistrati di poter assegnare, quando si renda necessaria, l'osservazione in Sardegna".

La presidente dell'associazione richiama anche il contenuto di una lettera, scritta dalla madre della detenuta: "Mia figlia - si legge - è stata trasferita senza vestiario e biancheria intima, senza denaro. Per tre giorni, fino a che non ha potuto telefonare, non sapevamo neppure dove si trovava. Ciò nonostante la sua legale Herica Dessì si sia prodigata per avere notizie. Una situazione che ci ha provocato profonda angoscia. Soltanto oggi è partito il pacco con il suo vestiario. Tutto questo non ci sembra rispondere a condizioni adeguate per una persona con gravi problemi di equilibrio psichico. Sappiamo che nostra figlia soffre moltissimo l'allontanamento dai familiari e temiamo per la sua incolumità".

L'appello formulato dall'associazione è rivolto ai "rappresentanti istituzionali e in particolare ai parlamentari affinché anche l'Isola possa disporre di almeno una cella per l'osservazione psichiatrica delle detenute mettendo fine una volta per tutte a queste soluzioni gravose, destabilizzanti per le persone affette da disturbi psichici e per i loro familiari e contrarie a principi sanciti dalla norma costituzionale e dall'ordinamento penitenziario".

(Unioneonline/s.s.)
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