«Dicono che dobbiamo», si arrabbiano i presidenti degli Ordini dei medici delle province di Cagliari e Oristano, Giuseppe Chessa e Antonio Luigi Sulis, dopo la comunicazione sui trattamenti domiciliari dei pazienti Covid-19 inviata dalla Regione a medici e pediatri di famiglia sardi. «Niente affatto, cosa fare lo decidete voi», replica l’assessorato alla Sanità.

Il caso delle cure domiciliari per i pazienti Covid non si placa, si continua a litigare su quella mail: «Dicono che dobbiamo utilizzare farmaci off-label (approvati da Aifa, ma oer indicazioni terapeutiche diverse da quelle per cui se ne suggerisce l’uso, ndr) non approvati dall’Agenzia italiana del farmaco e che, oltretutto, non sono tutti gratuiti per i pazienti», tuonano gli Ordini.

Quella mail partita da Nuoro «non è un obbligo, bensì un’informazione ai colleghi», afferma Antonio Maria Soru, responsabile di Corsa, la Centrale operativa per il coordinamento delle attività sanitarie e socio-sanitarie territoriali.

«Semplice informazione»

Esplode il caso anche in politica. La commissione Sanità del Consiglio regionale vuole «al più presto sentire in audizione l’assessore regionale Mario Nieddu, in modo che ci spieghi come stanno le cose dopo questa comunicazione della Regione», annuncia Daniele Cocco (Leu). 

Soru dal canto suo minimizza: «Abbiamo semplicemente divulgato uno studio scientifico. Si è ritenuto opportuno portare medici e pediatri di famiglia a conoscenza di questo protocollo per la cura del Covid-19 in ambito domiciliare, studiato da quotati specialisti».

Non la pensano così gli Ordini di Cagliari e Oristano: «Hanno utilizzato le mail aziendali dei colleghi e ciò la rende una comunicazione ufficiale e vincolante. E poi contraddicono il protocollo delle cure domiciliari per la pandemia che esiste da aprile», si arrabbia il presidente cagliaritano Chessa: «Vogliono aggiornarlo? Non spetta certo al Corsa». 

Le contestazioni

Secondo i due Ordini quella comunicazione provoca due danni: «Il primo è la dicotomia tra la posizione ufficiale delle autorità scientifiche del ministero della Salute», sottolinea il presidente cagliaritano Chessa, «ma il secondo è il più grave: si diffonde la narrazione di farmaci miracolosi da utilizzare a casa per la cura del Covid-19, che miracolosi non sono affatto e dei quali si caldeggia l’utilizzo off-label, a scapito invece della campagna sui vaccini, che sono e rimangono l’unica arma vera che abbiamo a disposizione contro la pandemia. Ricordo che le Rianimazioni sono piene di no-vax, ben oltre il 90%».

Soru si dice “perfettamente d’accordo” sui vaccini, «ma i malati di Covid-19 ci sono e una cura specifica ancora non è stata trovata, quindi rivendico l’utilità di diffondere un protocollo curato dagli specialisti. Peraltro, l’utilizzo di farmaci esistenti esteso a patologie è sempre esistito».

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