"Deroghe e aperture a macchia di leopardo non aiutano il nostro comparto, fateci aprire anche la sera, i nostri locali sono luoghi sicuri".

L'appello arriva dalla Fipe Confcommercio Sud Sardegna, che mentre il combinato disposto tra i numeri del bollettino dell'unità di crisi regionale e della cabina di regia dicono che la Sardegna è quasi da zona bianca, chiede la riapertura delle attività di ristorazione oltre le 18.

"Siamo contenti di poter servire di nuovo ai tavoli i nostri clienti almeno a pranzo, ma questo non basta - dice Emanuele Frongia, rappresentante della categoria - riteniamo che i tempi siano maturi per poter riaprire in totale sicurezza anche la sera. Tutti conosciamo le regole da rispettare, e pretendiamo che tutti le rispettino, chiediamo anche che le autorità preposte svolgano maggiori controlli. Non c'è alcuna evidenza scientifica alla base della decisione di chiusura per le ore di cena. Non ha spiegazioni, quindi, l'accanimento contro i ristoratori i quali stanno continuando a fallire".

L'associazione di categoria ricorda i dati del report settimanale, nell'Isola con rischio basso e incidenza settimanale sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti sono da zona bianca, se confermati anche nelle prossime due settimane.

"Anche l'Rt è rimasto al di sotto di 1, tocca lo 0,87 - sottolinea Frongia -, non chiediamo un pieno ritorno alla normalità, ma basterebbe un'apertura almeno fino alle 23. In questo modo chi può sfruttare solo il momento della cena in ristorante potrebbe farlo, e la categoria, già fortemente penalizzata, potrebbe ripartire. Oggi che finalmente in Italia viene costituito un ministero sul Turismo, la nostra ripartenza anche serale potrebbe dare un gran contributo anche in vista della stagione turistica".

Aprire anche la sera significa, per i ristoratori, anche "avere più controllo sul territorio ed essere in parte anche un deterrente per i molti assembramenti che spesso si creano per la mancanza della nostra presenza".

(Unioneonline/L)
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