In zona rossa per aviaria. C’era il destino degli uccelli di Monte Urpinu in cima ai pensieri dei cagliaritani, dopo la chiusura del parco imposta dopo la scoperta di un focolaio della malattia che aveva provocato la morte di alcuni esemplari. 

Ma a patire le conseguenze della chiusura dei cancelli del colle di Cagliari ci sono anche attività commerciali: due chioschi, fermi dalla sera del 4 novembre, quando il sindaco Paolo Truzzu aveva emesso l’ordinanza che stabiliva il divieto di accesso per ragioni sanitarie, su indicazione dell’Ats che temeva il dilagare del contagio.

«Da allora non stiamo lavorando. E non sappiamo quando potremo riaprire», spiega Simone Meloni, che dal 2019 con la sua cooperativa gestisce il Bar Vidal all’interno del parco, struttura comunale affidata a un privato. «Abbiamo sei dipendenti», aggiunge, «e in accordo con i sindacati abbiamo avviato la richiesta di cassa integrazione. Tra pochi giorni arriveremo al mese tondo di chiusura. Chiedo», è l’appello, «che Ats faccia sapere se l’emergenza sanitaria è finita o no. In caso di risposta positiva, si riapra Monte Urpinu al pubblico».

Meloni si guarda intorno e nota una disparità di trattamento: «Qui accanto», dice, «c’è il tennis club, con le attività commerciali all’interno. Lì è stato riaperto tutto quasi subito. Eppure anche da lor entrano gli uccelli, come i pavoni. Perché loro sì e noi no?», si chiede. 

Non una gestione fortunata: « Abbiamo preso il chiosco alla fine di luglio del 2019. Abbiamo atteso la primavera del 2020 per la bella stagione ed è arrivato il Covid, con le sue chiusure. Questo doveva essere il primo anno pieno. Invece ecco l’aviaria». 

Le spese intanto non si fermano: «L’appalto prevede che la coop si occupi anche dell’illuminazione della zona. Io tengo i faretti accesi, dovrò pagare la bolletta. Chissà se dal Comune mi daranno una mano». Intanto è stato sospeso il pagamento dei canoni d’affitto. Ma di soldi non ne stanno entrando: il parco resta sbarrato e nemmeno in Municipio possono sapere quando riaprirà. 

Enrico Fresu

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