È la mattina del 29 agosto: una cameriera, uscita dal Florio, bar che si affaccia su via San Domenico, rischia di essere investita da un’auto che attraversa la zona pedonale. L’ennesimo episodio: da quando, qualche anno fa, i dissuasori si sono guastati, quel tratto di strada viene percorso da auto i cui conducenti fanno finta di non capire che quella è una zona pedonale. Già nei giorni precedenti, un bambino ha rischiato di essere investito.

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Non resta che segnalare l’accaduto al 3290582872, il numero WhatsApp dell’Urp (Ufficio relazioni con il pubblico) del Comune. Insieme al racconto dell’episodio, viene allegata anche la foto di una delle tante auto che hanno percorso quel tratto di strada. Arrivano le risposte automatiche: «Il servizio WhatsApp è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 09:00 alle ore 13:00. Grazie per aver contattato l'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Cagliari. Un operatore le risponderà a breve». Seguito da un «Buongiorno», dall’avviso che «abbiamo inviato la segnalazione al servizio» e da un ruffiano «Grazie per aver contattato il Comune di Cagliari».

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Sarebbe lecito attendersi una risposta nel merito. Ma non arriva. E, qualche giorno più tardi, viene inviato un nuovo messaggio. «Forse, dopo una settimana dalla segnalazione, il “servizio” potrebbe darmi uno straccio di risposta. In fondo, ho segnalato un problema particolarmente sentito da residenti e operatori commerciali del quartiere». Partono in automatico le solite tre risposte automatiche. Alle quali se ne aggiunge un’altra: «Abbiamo inviato il sollecito al servizio».

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Ma il sollecito non ha alcun effetto. Così, il 13 settembre, parte un altro messaggio: «Spettabile Comune di Cagliari, trovo imbarazzante, a distanza di quindici giorni dalla mia segnalazione, non aver ricevuto neanche uno straccio di risposta. Che cosa deve fare un cittadino per chiedere che venga risolto un problema che, per altro, riguarda una comunità e non soltanto lui?». Questa volta, arrivano soltanto le tre risposte automatiche. Per il resto, silenzio totale.

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L’ultimo tentativo è del 20 settembre: «Spettabile Comune di Cagliari, è possibile che, a distanza di tre settimane, nessuno sappia dirmi la ragione per la quale i dissuasori di via San Domenico siano guasti da anni?». Solite tre risposte automatiche e nulla più.

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Si arriva, così, all’ultima puntata, al messaggio inviato a un mese esatto dalla prima segnalazione. «Spettabile Comune di Cagliari, a un mese dalla mia segnalazione e dopo tre messaggi rimasti senza risposta, è arrivato il momento che mi presenti: mi chiamo Marcello Cocco e sono un giornalista de L’Unione Sarda. È proprio sul giornale per il quale lavoro racconterò questa mia “avventura”: non mi sembra normale che un Ufficio relazioni con il pubblico si relazioni con il pubblico attraverso messaggi con risposte predefinite. Distinti saluti».

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Il messaggio viene inviato alle 9.35. Alle 9.49 squilla lo smartphone. «Buongiorno è l’Ufficio relazioni con il pubblico», si sente dall’altro capo del telefono. L’operatore spiega che la chiamata è dovuta al fatto che, visto che i riscontri da parte dei cittadini sono quasi sempre positivi, sono soliti contattare chi, invece, non è soddisfatto. «Non c’entra niente il fatto che lei sia un giornalista», si specifica. E l’operatore spiega anche le ragioni della mancata risposta. Il fatto che ogni giorno arrivano centinaia di segnalazioni che non sono facili da smaltire, dal momento che c’è anche carenza di personale. E, soprattutto, il fatto che, se il servizio competente non dà informazioni, per l’Ufficio relazioni con il pubblico diventa impossibile rispondere. «Comunque, appena ci fanno sapere qualcosa, la contattiamo immediatamente», assicurano.

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Infatti, alle 11.51, arriva un’altra chiamata. «Lo so», afferma lo stesso operatore, «sembra poco credibile ma il servizio competente ci ha fatto sapere che è in programma nella prossima settimana un intervento proprio per risolvere quel problema. Un intervento previsto che nulla ha a che fare con la sua segnalazione». Strano, davvero strano. Ma va bene così: l’importante è risolvere il problema.

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La notizia si diffonde in un attimo in tutta la zona. Operatori commerciali, residenti, frequentatori della piazza esultano. E attendono l’arrivo dei tecnici. Lunedì non si vede nessuno. E neanche nei giorni successivi: passano i tecnici per sostituire i lampioni, addirittura, venerdì, si fanno vedere gli operai comunali che riparano, si fa per dire, le (improbabili) recinzioni intorno alle aiuole della piazza. Ma di tecnici, operai, manutentori, ingegneri del Comune che devono sistemare i dissuasori neanche l’ombra.

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 Tutto finito? Apparentemente sì. Anche se, la settimana successiva, c’è un (apparente) colpo di scena: durante la mattinata di mercoledì, viene sistemato un “cinesino” proprio sopra uno dei dissuasori guasti. Un fuoco di paglia perché nessun intervento, per il momento, è stato effettuato. 

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Non resta che attendere la prossima puntata. Sperando che sia quella finale...

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