Una tragedia che tutti definiscono assurda quella accaduta ieri mattina verso le 10,30 quando Pasquale Piras, 59 anni di Maracalagonis, è morto finendo con il suo camion in mare, all'interno dell'area di cantiere lungo il braccio "est" del Porto Canale, accanto alla spiaggetta di Giorgino.

Assurda anche perché Piras, dipendente di un'azienda di Assemini, dopo oltre quarant’anni alla guida di grossi mezzi da cantiere era un autotrasportatore espertissimo: “I camion erano la sua seconda casa, faceva questo lavoro fin da ragazzo”, raccontano i colleghi. Che escludono con forza la manovra sbagliata: “Per lui quelle operazioni erano semplici. Pensiamo abbia avuto un malore, non ci sono altre spiegazioni”.

Le immagini del luogo dell'incidente mortale

La manovra in questione era una discesa in retromarcia verso la nuova banchina in corso di realizzazione per scaricare pietre e massi. Ma il mezzo è finito in acqua e Piras è morto annegato. Sembra non abbia nemmeno cercato di aprire lo sportello e non ci sarebbero segni di frenata.

Per ricostruire la dinamica sono al lavoro gli specialisti dello Spresal, il servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell'Asl di Cagliari, e gli agenti della Squadra volante, arrivati sul posto con gli esperti della Scientifica

La Procura ha disposto l'autopsia sul corpo del camionista, recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco: l'esame verrà effettuato tra domani e venerdì. Oggi ci sarà l'affidamento al medico legale.

Piras lascia moglie e due figli.

LE REAZIONI – “Non è accettabile che un lavoratore perda la vita mentre svolge la propria attività in un luogo di lavoro nel quale si presume siano attive tutte le misure utili a evitare che ciò accada". Così la Cgil confederale di Cagliari insieme alla Filt territoriale. "È indispensabile rimettere il tema al centro delle priorità, costruire e diffondere la cultura della sicurezza, con un approccio che metta in primo piano il diritto a lavorare in sicurezza - dichiara la segretaria generale della Camera del Lavoro Simona Fanzecco - si può fare attraverso un patto fra istituzioni, imprese e parti sociali per far sì che chi lavora non sia mai messo in condizioni di rischio, un obiettivo che si raggiunge con una molteplicità di azioni, prima di tutto la prevenzione, a partire dalle scuole, che potrebbero inserire la materia Salute e sicurezza nel lavoro nei programmi didattici, poi con la formazione continua dei lavoratori, e anche con attività di controllo e monitoraggio".

"Ci mettiamo fin da subito a disposizione delle autorità competenti affinché possa esser fatta chiarezza sulle eventuali dinamiche che hanno determinato il tragico incidente", le parole di Massimo Deiana, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna.

(Unioneonline)

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