Sarà l'autopsia disposta dalla Procura a stabilire se Pasquale Piras abbia avuto un malore mentre era alla guida del suo camion, finito in mare nell'area del cantiere all'interno della banchina del Porto Canale di Cagliari, accanto a Giorgino.

Il sessantenne di Maracalagonis è morto senza riuscire a uscire dalla cabina del suo mezzo: era un autotrasportatore molto esperto per questo in tanti escludono la possibilità dell'errore durante una manovra.

LA RICOSTRUZIONE – La tragedia è accaduta attorno alle 10:30. Piras ha raggiunto come di consueto l'accesso al cantiere accanto alla spiaggetta del Villaggio Pescatori. Ha raggiunto la zona dove avrebbe dovuto scaricare pietre e massi, necessari per la realizzazione di una delle banchine in quello che diventerà il distretto della cantieristica, appalto dell'Autorità Portuale con lavori svolti dall’impresa appaltatrice Rcm di Sarno. Il mezzo, in retromarcia, ha affrontato la solita discesina poi si è diretto lentamente verso il mare, finendoci dentro. Questa la prima ricostruzione della Polizia e dello Spresal, al lavoro per capire cosa si accaduto. Non ci sarebbero segni di frenata. Per questo, oltre all'errore umano, sono tenuti in grande considerazione dagli specialisti anche il malore o il guasto meccanico

Piras, una vita alla guida di camion e mezzi pesanti, dipendente di una ditta di autotrasporto di Assemini, non è riuscito a uscire dalla cabina del camion 4 assi. Una volta in acqua è morto. Inutili i soccorsi. Il corpo è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco.

Sul posto anche gli agenti della Squadra volante e della Scientifica, gli esperti dello Spresal.

Poco dopo la tragedia ha raggiunto la banchina in costruzione anche il presidente dell'Autorità portuale, Massimo Deiana. Poi il grande dolore e la disperazione quando sono arrivati i parenti del camionista. 

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