Cagliari, via San Paolo: la storia (e la vergogna) del parco mai nato
Nel dicembre 2020 l’annuncio in Municipio: «Siamo orgogliosi». Restano discariche e abusivi.Basterebbe la testa della bambola appesa al palo, per capire che le cose non sono andate esattamente come dovevano. Se poi ci aggiungi il pakistano cortese ma un po' strano, che esce fuori da una macchina con targa coperta e si fuma marijuana vicino a un gatto sbilenco e a un panino mangiato a metà, è decisamente più evidente che il grande progetto milionario destinato a regalare un volto nuovo a via San Paolo, continui a restare alla fase di annunci e intenzioni; certamente apprezzabili, se non fosse che in questa lingua di terra incastrata tra i binari e la laguna di Santa Gilla, dove da sempre c'è degrado - e anche altro -, l'unica cosa che s'avverte è un senso d'abbandono.
Caddozzoni e barche
Da ovunque la si guardi il risultato è identico. Perché - insegna dell'ecocentro comunale a parte - non c'è davvero nulla di bello e nuovo in questo pezzo di città in perenne attesa di riscatto. Non sono belli i cantieri coi cartelli dei lavori in corso che in realtà sono fermi, e neanche i furgoni dei caddozzoni che di panini non ne vendono da un pezzo. Con quella scritta “Io sono ancora qua”, incollata sul parabrezza del furgone rosso, che se metti da parte Vasco sembra certificarlo mettendolo persino per iscritto che è tutto fermo. E poi lo conferma anche il pakistano, che non si capisce se sia più “sballato" o assonnato, mentre esce dalla Nissan Qashqai bianca, sistemata tra le paninoteche fantasma: dopo essersi assicurato che gli interlocutori non sono della polizia, si presenta come guardiano di non si sa bene cosa e dice di prendere 30 euro per il servizio d'ordine palesemente disordinato. Accanto c'è il settore diportistico: gommoni e barche condannate alla terraferma fanno bella mostra nell'area poco distante, sigillata dopo il blitz a maggio dell'anno scorso di polizia locale e carabinieri del Nucleo investigativo, terminato col sequestro di due terreni privati e una sfilza di denunce.
Verde sbiadito
“Progetto di rifunzionalizzazione dell'area San Paolo, finalizzata alla realizzazione del parco urbano attrezzato sportivo ed educativo”, si legge sul cartello col logo del Comune. Dove si parla anche di demolizione e bonifica. Progetto da 2 milioni di euro, inserito del programma straordinario per la riqualificazione e la sicurezza del quartiere di Sant'Avendrace. Consegna lavori 23 gennaio, ultimazione prevista, e non ancora arrivata, il 21 luglio; ancora da stabilire di quale anno. Alle spalle una lunga attesa, iniziata con l'annuncio dell'ex sindaco Paolo Truzzu: «Sono orgoglioso di poter dire che finalmente il progetto per il nuovo parco urbano di via San Paolo è pronto a vedere la luce»: era dicembre del 2020. Seguono una serie di intoppi, tra espropri, rivendicati diritti di usucapione, contenziosi ed evidenti ritardi. Il risultato è che il parco ancora non si è visto.
Corrieri e immondizia
In mezzo al nulla, sembra quasi un paradosso l'elenco delle regole per i corrieri appiccicato sulla rete metallica. Dovrebbero, in ordine: attendere all'aperto, aspettare la chiamata dopo aver suonato, indossare la mascherina, usare i guanti e seguire le istruzioni del personale per la consegna e ritiro merci. Non si capisce bene a chi, dato che, latrina a parte e sacchi enormi d'immondezza con mosche annesse, non c'è traccia di anima viva dentro il perimetro dove dovrebbero esserci i lavori che non ci sono. L'unico movimento è quello dei mezzi della nettezza urbana, col sottofondo fastidioso di una corriera Cagliari-Olbia ferma con motore acceso a bordo strada, e conducente dentro intento a riposare. Riposa anche chi da anni promette alla città un rilancio fermo alla fase delle intenzioni.