Botta e risposta social tra il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, e la rappresentante d’istituto del Liceo scientifico Pacinotti, dove il primo cittadino è stato ospite in mattinata per la festa dell’Europa. 

«Non tutto il Pacinotti è stato felice di averla qui oggi», si legge in una Instagram story della studentessa. «Non vogliamo esponenti di destra nelle nostra aule magne, se non si deve parlare di politica a scuola perché ciò preclude i progetti di un “fratello d’Italia”? Non vogliamo esponenti di destra a cui debbano applaudire ragazzi e ragazze che non hanno la possibilità di senso critico, a causa proprio di questo governo che tende all’indottrinamento». Ma l’attacco della ragazza si fa anche più duro nelle righe successive: nel mirino una risposta che il sindaco avrebbe dato alla studentessa, alla domanda «perché non pulite le svastiche, i fasci littori, le scritte omofobe, razziste, fasciste che sporcano i muri della nostra città?».

Truzzu, secondo quanto riportato nella story, avrebbe detto «non ci sono solo le svastiche nei muri». Parole non gradite dall’autrice del messaggio, che ha scritto: «La risposta di Paolone ha confermato che ai “poteri” istituzionali, al comune di Cagliari, in realtà fanno molto comodo. Ad un sindaco che ama la guerra, le forza dell’ordine e il decoro», conclude la ragazza, «rispondo sedendomi per terra dove voglio, e dicendo ciò che penso. A prescindere da chi mi voglia zittire».

Il sindaco ha repostato la storia, rispondendo alla giovane: «Hai fatto bene ad esprimere la tua opinione», ha scritto Truzzu, «e te ne sono grato, perché Paolone non ama la censura ma il confronto, il rispetto delle istituzioni e la scuola libera da qualsiasi ideologia». Poi le ha rivolto un suggerimento: «Sarebbe stato prezioso se l’avessi detto davanti a tutti gli studenti, visto che mi sono reso disponibile per rispondere. E ti dico: non è una questione politica, si chiama democrazia». 

(Unioneonline/L.Ne.)

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